Qualche giorno fa, in uno dei miei fallimentari tentativi di comportarmi da brava figlia passando del tempo di qualità con chi mi ha messa al mondo, sono andata con i miei a fare una passeggiata.
Abbiamo dunque deciso di omologarci alla massa di baresi annoiati che svoltano la serata andando a "Eataly" che, senza troppi giri di parole, è un enorme supermercato in cui tutto è -pare- iperbiologico, DOP e soprattutto supercostoso.
Mio padre inizia a rovistare tra le bottiglie di salsa, leggendo scrupolosamente la provenienza dei pomodori che "non devono provenire dalla Campania, ché c'è la diossina". Se da un lato questo commento assolutamente indelicato e fuoriluogo mi ha fatto accapponare l'anima, dall'altro ha incontrato consensi e ampi sorrisi amari da chi mangia pane e frasi medie della serie "ci vorrebbe una bella rivoluzione", "si stava meglio quando si stava peggio", "cielo a pecorelle pioggia a catinelle" e simili.
Tutto questo perché Nadia Toffa de Le Iene durante una vacanza a Posillipo ha scoperto che in Campania c'è la monnezza e ora monta servizi su servizi sui pomodori contaminati, le patate radioattive e le zucchine a tre teste con i quali mette ansia a milioni di italiani perché "questa frutta e questa verdura arrivano anche nelle nostre tavole".
YOU DON'T SAY, Nadia?
E subito è caso mediatico: petizioni, articoli, pagine su Facebook.
PAGINE SU FACEBOOK.
Una carrellata di vip in disuso che si fotografa con la webcam e il cartello homemade "*nome paese della Campania che non hanno mai sentito nominare prima* NON DEVE MORIRE".
E a me non viene altro da dire se non "buongiorno principesse".
Ci voleva Nadia Toffa?
La situazione in Campania è gravissima e non è da sottovalutare. Sicuramente la giornalista ha reso un grande servizio sensibilizzando "i più" all'argomento.
Ma qual è l'altra faccia della medaglia?
Il tipico fenomeno italiano della costernazione che dura il tempo di un servizio su Italia Uno; dell'attivismo sfrenato che si limita a un "like" e a una condivisione su Fb; delle seratone in disco in cui si urla LA MIA TERRA NON DEVE MORIREEE!; della salsa Pomì che si vanta dei suoi pomodori padani; dei baresi che a Eataly scartano qualunque cosa venga dalla Campania.
Chi muove il culo per cambiare le cose?
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