martedì 12 novembre 2013

La Terra dei Fuochi e l'Oceano dei Rincoglioniti

Qualche giorno fa, in uno dei miei fallimentari tentativi di comportarmi da brava figlia passando del tempo di qualità con chi mi ha messa al mondo, sono andata con i miei a fare una passeggiata.

Abbiamo dunque deciso di omologarci alla massa di baresi annoiati che svoltano la serata andando a "Eataly" che, senza troppi giri di parole, è un enorme supermercato in cui tutto è -pare- iperbiologico, DOP e soprattutto supercostoso.

Mio padre inizia a rovistare tra le bottiglie di salsa, leggendo scrupolosamente la provenienza dei pomodori che "non devono provenire dalla Campania, ché c'è la diossina". Se da un lato questo commento assolutamente indelicato e fuoriluogo mi ha fatto accapponare l'anima, dall'altro ha incontrato consensi e ampi sorrisi amari da chi mangia pane e frasi medie della serie "ci vorrebbe una bella rivoluzione", "si stava meglio quando si stava peggio", "cielo a pecorelle pioggia a catinelle" e simili.

Tutto questo perché Nadia Toffa de Le Iene durante una vacanza a Posillipo ha scoperto che in Campania c'è la monnezza e ora monta servizi su servizi sui pomodori contaminati, le patate radioattive e le zucchine a tre teste con i quali mette ansia a milioni di italiani perché "questa frutta e questa verdura arrivano anche nelle nostre tavole".

YOU DON'T SAY, Nadia?

E subito è caso mediatico: petizioni, articoli, pagine su Facebook.

PAGINE              SU               FACEBOOK.

Una carrellata di vip in disuso che si fotografa con la webcam e il cartello homemade "*nome paese della Campania che non hanno mai sentito nominare prima* NON DEVE MORIRE".
E a me non viene altro da dire se non "buongiorno principesse".
Ci voleva Nadia Toffa?
La situazione in  Campania è gravissima e non è da sottovalutare. Sicuramente la giornalista ha reso un grande servizio sensibilizzando "i più" all'argomento.
Ma qual è l'altra faccia della medaglia?
Il tipico fenomeno italiano della costernazione che dura il tempo di un servizio su Italia Uno; dell'attivismo sfrenato che si limita a un "like" e a una condivisione su Fb; delle seratone in disco in cui si urla LA MIA TERRA NON DEVE MORIREEE!; della salsa Pomì che si vanta dei suoi pomodori padani; dei baresi che a Eataly scartano qualunque cosa venga dalla Campania.

Chi muove il culo per cambiare le cose?



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