mercoledì 17 dicembre 2014

Io so, tu no, egli neanche. Noi facciamo, voi tacete, essi complottano

Ogni volta che Benigni porta il suo sciolto corpo in televisione, l'Italia si spacca in due.
Benigni genio! Benigni filosofo! La tv di qualità! Orgoglio italiano!
Benigni ladro! Benigni comunista! Benigni banale! Venti milioni di euro per fargli dire due stronzate e noi a fare la fame!111!!! Nessuno pensa ai bambini???

Ultimamente sono particolarmente incline all'autoanalisi, e questo si riflette in particolar modo nei miei post più recenti, dove è quasi sempre presente la postilla "ammetto di...". Quindi, per non rompere la tradizione, anche stavolta "ammetto di" essere parecchio d'accordo con chi Benigni ce l'ha sul culo. Per quanto non abbia goduto del piacere di gustarmi integralmente la sua filmografia, i capisaldi, i "must see" del gagliardo comico toscano li ho visti tutti. Quindi parlo da ignorante, ma nemmeno poi così tanto.
In ogni caso non mi soffermerò su Benigni, o su quanto trovi insopportabile l'onnipresenza di sua moglie, o il buonismo che trasuda con quel suo ostentato entusiasmo alla Pinocchio nel paese del balocchi che si porta dietro da quando vinse l'oscar, o l'accento toscano che per me è una delle cose più acusticamente irritanti subito dopo la gente che mastica a bocca aperta.

Non mi soffermerò su questo perché oggi voglio dedicare il periodico svuotamento della mia cistifellea a coloro che sprecano fiumi di parole, link, click, share, like, blahblah alle battaglie contro i mulini a vento, fomentati dall'appagante quanto illusoria sensazione che i loro peni si allunghino di due centimetri ad ogni parola scritta in caps lock.

Oggi non esiste più l'essere moderati, in nulla.
Oggi o sei bianco o sei nero, o ami o odi, o Salvini o i barconi, o vegani o "ciao vegani" con annessa foto di grigliata postata sui gruppi pro-veg. O Renzi o Mr Brown, o yin o yang.
Ci siamo capiti, insomma.
E non esiste dialogo, non esiste mediazione, non esiste discutere per -non dico cambiare opinione, maisia!- aprire un attimino le menti, per allargare di qualche centimetro le vedute.

Tutti fieri delle loro idee (?) affannosamente conquistate attraverso anni di millantata esperienza che tu ti chiedi dove diavolo la fanno se passano la vita col culo attaccato alla sedia a scrivere amenità.
Chi sei tu per giudicare? Ignorante! Capra! Razzista! Omoffffobbbbo! Fascista! Comunista!

Mi chiedo, esiste un modo meno cafone e invasivo per esprimere un'opinione? Perché il nuovo trend è quello di sentirsi laureati ad honorem in qualsiasi cosa solo perché si ha il like sulla pagina di Focus o Adam Kadmon?

Perché tutti si sentono in dovere di imporsi sul prossimo, come tanti piccoli profeti del niente?

Non mi stancherò mai di ripetere (e ripetermi) che il "a cosa stai pensando?" di Facebook è una cortese domanda, non un ordine e che nessuno deve sentirsi in obbligo a condividere col mondo ogni peto che viene scambiato per pensiero.