martedì 19 novembre 2013

I miei svenimenti celebri: update

7. Per fortuna non era ancora arrivato il panino

Due o tre mesi fa sono andata in un pub con i miei amici.
Dopo un'ora e passa di attesa (che il proprietario del locale si è fatto perdonare offrendoci dei drink, che bubi!) riusciamo a sederci e a ordinare i nostri agognati panini.
Non so per quale motivo, i miei amici decidono di ingannare l'attesa parlando di drammi oculari.
Una delle mie amiche (ciao Claudia!) da poco ha subìto un'operazione per curare la miopia e ha ben pensato di descrivere nel dettaglio procedimenti/sensazioni e tutte quelle cose che -come ogni tragedia o fatto raccapricciante- scatenano quello strano fenomeno per il quale TUTTI hanno almeno un amico o un parente che ha affrontato la stessa cosa o quasi ma con quel dettaglio grottesco in più che fa arrovellare le intrame.
Ecco, dovete sapere che io ho un problema con ciò che riguarda il corpo umano.
Cioè, finché le cose che mi compongono sono dentro di me va bene. Mi piace pensare a me stessa come a un omino di plastilina della serie: se mi tagli a metà non escono gli organi, ma resto compatta e soprattutto ricomponibile. Il massimo che posso accettare è avere dentro di me i globuli rossi di Esplorando Il Corpo Umano: quelli col culo sporgente che usavano come mensola per le bolle di ossigeno.
Sin dalle elementari sentir parlare di nervi, cervello, ossa e tendini mi ha messo ansia.
Dicevo, i miei amici parlavano di occhi, laser e nervi oculari.
Svengo con la testa nel piatto (che fortunatamente era ancora vuoto).
Ai miei amici ho detto che era colpa di un calo di zuccheri.
Ora probabilmente sanno la verità

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