domenica 26 maggio 2013

26 Maggio, resoconto annuale. Spoiler alert: è un post noioso.

Due anni fa, decisi che ogni 26 Maggio mi sarei autofatta tre domande.

1) Che sto facendo della mia vita?
2) Sono felice?
3) Sono sentimentalmente impegnata?*

*non sono mai stata una ragazza dipendente dalle relazioni (anzi, per anni sono andata scansandole). L'autodomanda ha un altro senso, più personale, che riguarda il mio approcciarmi alle storie e alle persone. Dal momento che è una cosa estremamente privata e questo non è il mio diario segreto, qui risponderò semplicemente dicendo se ero effettivamente impegnata o meno. 

26 Maggio 2011:
1) Ero al primo anno di università, sognavo di fare l'attrice e frequentavo un laboratorio di teatro. Qualche mese prima avevo iniziato a prendere lezioni di canto e mi sentivo fyga.
2) Questo non me lo ricordo. Conoscendomi, data la mia pesantezza intrinseca direi proprio di no. Ricordo che per svariati mesi avevo avuto una cotta allucinante per un ragazzo che ovviamente era l'ambiguità fatta a persona (della serie: si fa sentire, ti dice cose che ti fanno subodorare un suo probabile coinvolgimento emotivo, poi sparisce per mesi e poi ti invita a casa sua per la sua festa di laurea e tu devi sorbirtelo mentre ci prova con una tutta la sera), e che da poco ne ero uscita. Però, esattamente due anni fa, conobbi un altro dei miei amori folli e non ricambiati, ovvero il famoso hipster metrosessuale di cui ho parlato nello scorso post. Era il 26 maggio quando mi contattò con una scusa stupida e io tirai fuori le gonadi chiedendogli di prenderci un caffè. Poi ce lo prendemmo e le mie gonadi andarono a farsi fottere, visto che per tutto il pomeriggio fui solo capace di dire "sì...sì...addirittura...sì...ahfasivbaijbdfobn...sì". Ma che potevo fare? Era figo, aveva stile, era tutto intellettualoide (all'epoca adoravo gli intellettualoidi. Grazie a San Crispino ho imparato a detestarli genuinamente poco dopo) e per una serie di congiunzioni astrali che ovviamente esistevano solo nella mia testa (roba di segni del destino e stronzate simili) ero convinta che fossimo fatti per stare assieme.
3) Evidentemente no. Ma speravo di poter rispondere, l'anno dopo, con un bel "sì, e sto con l'hipster metrosessuale!". Cosa che ovviamente non è avvenuta, dato che lui ha pensato bene di cambiare nazione, gettandomi nello sconforto dell'abbandono che -ma io non lo sapevo ancora- altro non è stato che un allenamento per quello che sarebbe mio malgrado avvenuto un anno dopo. Ma questa, è un'altra storia.

26 Maggio 2012
1) Ero in piazza Mercantile, con uno spettacolo. In quell'occasione ho scoperto che il teatro per me non era l'amore folle che credevo che fosse e anzi, era un contesto che detestavo. Quella "profondità" di pensiero ostentata, quel credersi dio in terra, quell'essere convinti di aver colto il senso della vita e di aver creato uno spettacolo GENIALE (na cagat introspettiva, sperimentale e di una tristezza sconfinata), quel nonnismo latente, quelle stracazzo di prove di merda a MOLFETTA per le quali dovevo svegliarmi a orari assurdi (con annesse flessioni e umiliazioni in caso di ritardo)...insomma, fare quel dannato spettacolo per me significava LIBERARMI di quel mondo triste e fasullo al quale per anni ero stata convinta di appartenere.
2), strettamente connessa alla 3): Nì e sì. Ero impegnata, ma questo non mi rendeva felice. Non che la mia felicità dipendesse da questo, ma stavo con un ragazzo che di lì a qualche mese sarebbe partito e avrebbe vissuto per un anno dall'altra parte del mondo. Stavamo già assieme da diversi mesi e, il 26 Maggio, iniziavo a prendere atto del fatto che a quel ragazzo ci tenevo davvero tanto. E questo mi rendeva triste perché infondo sapevo come sarebbe andata a finire. Se potessi tornare a quel 26 Maggio 2012, finirei lo spettacolo e andrei a mangiarmi una pizza e a farmi un giro con i miei amici (cosa che ho fatto, solo eviterei di perdermi a Barivecchia, come è effettivamente successo), tornerei a casa e mi farei una bella doccia (come effettivamente è successo) ed eviterei di impostare la sveglia alle 6 del mattino per prepararmi a partire il giorno dopo, con appena 4 ore di sonno. Spegnerei il telefono e dormirei tanto.

26 Maggio 2013
1) Ho accantonato il teatro. Non so se in maniera definitiva. Per ora non mi manca, ma mai dire mai. Da un po' di tempo coltivo l'idea di insegnare italiano all'estero. Vivere a Bari è diventata una tortura, odio questa città e ogni giorno trovo nuovi motivi per odiarla. Così ignorante, così retrograda, così priva di stimoli. Io non voglio farne parte. Non so ancora dove mi porterà la vita, non ho un piano e questo mi mette ansia perché ho paura di non riuscire a trovare un senso alla mia esistenza ed è degradante avere una vita a disposizione e non sapere che farne. Sto valutando diverse ipotesi, ma le difficoltà sono tante. Per ora continuo a studiare per prendere l'agognato e inutile pezzo di carta. Oggi è stata una bella giornata, comunque. Ho comprato un maglioncino a righe -convinta che fosse in offerta, ma alla fine ho sborsato 20€, mannaggiaccristo- e una T-shirt di Star Wars. Mi sta anche piuttosto bene, anche se mi ero ripromessa di non comprare più t shirt di quel genere perché sono "poco femminili" e non voglio finire di nuovo nel tunnel delle magliettone extralarge stampate, come quando avevo 15 anni. Poi sono andata al mercato coperto, quello coi marocchini simpatici che ti scassano la minchia con braccialetti, occhiali da sole e cover. Alla fine ho ceduto e ho preso una cover di quelle  carine che si chiudono in modo da proteggere lo schermo, ma ho letto che il magnete della chiusura può rovinare l'iPhone, quindi mo boh.
2) Non mi piace dare risposte secche e definitive su questo punto. Definirmi "infelice" è sbagliato, alla fine ho molti amici, esco spesso, faccio tante cose e in molti mi vogliono davvero bene. Dire che sono "felice" però è un tantino azzardato. Credo sia principalmente la mia famosa pesantezza intrinseca a rendermi così. Ultimamente tendo a sentirmi perennemente strana e fuori posto, ma non in maniera liceale e ostentata. Non della serie "sto tutto il giorno a casa davanti al pc con le cuffie a sentire i Bring Me The Horizon (che, per la cronaca, non so chi siano ma li ascoltavano tutti i miei amici che ostentavano depressione, quindi presumo siano un gruppo per gente che si sente troppo emarginata perché cè la società non fa per loro perché cè nessuno capisce la loro interiorità cè). E' una cosa che sento proprio dentro, in punti che nemmeno sapevo di avere (dai, su. Fate partire i BMTH). Alterno momenti in cui sento e so di poter spaccare il mondo a metà a momenti in cui vorrei che mi crescessero un paio d'ali per volare in alto e cacare in testa alle persone (non ve lo aspettavate, vero? LOL). Ma penso sia tutto dovuto al fatto che sto imparando a conoscermi adesso. E' una cosa che ho sempre rimandato, perdendo tempo appresso a cotte, infatuazioni, fidanzati e cose simili che mi tenessero occupata la mente. Ho sempre temuto il confronto con me stessa, per paura di ritrovarmi di fronte a qualcuno che non conoscevo. Un po' è così. Spesso vengo messa di fronte a situazioni nuove davanti alle quali reagisco in modi inaspettati. Ma mi sto abituando a me stessa e questa è una bella cosa. Tipo, ora sto parlando come una femminuccia in piena ovulazione e questo mi disgusta nel profondo dell'anima, ma alla fine sono anche questo. Quindi pace, c'est moi.
3) Sì, ma non con quello dell'anno scorso. Per ora le cose vanno bene e so di aver trovato un ragazzo che davvero mi apprezza per quello che sono (inspiegabilmente) e che non sta con me solo per mostrarmi in giro come un trofeo. O almeno spero sia così, non mi piace dare giudizi assoluti su niente. Non mi dilungo a parlare di lui o della storia, dal momento che è una cosa che sto ancora vivendo e non posso trarre alcuna conclusione sul percome e sui perché. Stiamo bene assieme, mi fa ridere, sa tante cose e sa fare tante cose.

E niente, sto bene così. Sono curiosa di sapere se anche l'anno prossimo sarò pesante come oggi e spero vivamente di no. Detto questo, ringrazio la Mediaset per aver trasmesso La Mummia 2 in questa pallosissima domenica, dando la mazzata finale al mio buonumore.

:)

venerdì 24 maggio 2013

Non so se fare o meno colazione

Ieri notte ho imparato una cosa importantissima e mi sento in dovere di condividerla coi miei assidui lettori (?):
Studiare 1800 pagine di Letteratura Latina in 10 giorni è IMPOSSIBRU.

Fine perla di saggezza.
- ありがとう! 
- どういたしまして!

L'altro giorno ho deciso che sto per prendere una decisione.

Madò, che bello scrivere in modo così criptico e fare la critptica in modo da far sembrare tutto il post una cosa introspettivissima quando in realtà non è così. O sì? Che mistero...

Quando partirò, quando prenderò quell'aereo che mi porterà non so dove -ma spero molto lontano da qui-, non dirò nulla a nessuno. Niente striscioni, feste, cagate simili. Voglio fare l'intellettualoide come l'hipster metrosessuale che frequentavo un paio di anni fa e giustificare il mio menefreghismo dicendo "se una cosa viene detta troppe volte, perde di valore". Mi limiterò a scrivere qualche status criptico su Facebook (è dalle medie che voglio scrivere "And the stars look very different today" mentre sono in volo verso mete lontane). Poi inizierò a pubblicare foto strane di aereoporti... cibo inusuale, io e Putin che beviamo Vodka su un tappeto di pelle d'orso (vivo); io che faccio jogging sulla Grande Muraglia; io che libero le tartarughine dai portachiavi in Cina; io che aiuto la Regina d'Inghilterra a portare le buste della spesa che è una cosa molto gentile da fare che è una persona anziana ma in realtà lo faccio solo per fare colpo su Harry (si chiama Harry quello non pelato? O Uìlliam?) e diventare la nuova Pippa; io che prendo a baguettate i francesi perché sono francesi e in quanto tali parlano una lingua DI MERDA; io che partecipo a riti propiziatori in Burundi; io che corro con le gazzelle nella savana; io che sacrifico poveracci a caso coi Maya; io che partecipo a una rissa in Irlanda con successiva foto trucida del mio occhio nero nel cesso della locanda; io che rimorchio motociclisti in New Mexico. E poi lì mi fermo perché mi voglio accasare con un motociclista newmexicano.

Ah, e poi voglio andare in India e in tutti quei posti in cui, secondo i miei, le ragazze vengono rapite perché bionde/rosse/biondorosse. Vabbè, mami, papi, mal che vi vada vi faccio spedire una cammella, così magari potete cavalcarla per andare in Via Sparano quando stanno i saldi e sorprendere i vostri amici e parenti col cammello catalitico. E HOP HOP HOP!
  
Avrei tanto voluto scrivere il secondo capitolo della fortunatissima rubrica PERSONE CHE DEVONO MORIRE MALE, ma dovrei come minimo sgommarmi a fare degli screenshot e onestamente mi scoccio (e soprattutto sono una sega a tagliare/copiare/incollare cose).


Meh, cià! 

 
 

mercoledì 22 maggio 2013

So tutti i nomi degli animali

(non voglio fare l'hipster autoironica che mette titoli pucciosissimi. Era la prima frase che mi è venuta in mente, e poi questo non è nemmeno un vero e proprio intervento, ma solo una riflessione scaturita dalla pazzia che oramai si sta impossessando delle mie membra stanche. Per chi non lo sapesse, sto preparando un esame che richiede quei 3-4 mesi di preparazione, in 10 giorni. Sono 10 giorni che me la faccio con gli autori latini.)
Tutto questo studiare, mi ha resa instabile a tal punto dall'escogitare una vendetta nei confronti delle generazioni future:
Se avessi la certezza matematica che questo blog diverrà (consecutio, pls) materia di studio in un futuro molto molto lontano, giuro che scriverei tonnellate di cose a casaccio OGNI GIORNO.


ZA!

lunedì 13 maggio 2013

Una cosa che mi ha traumatizzata

Questo è un teschio coi denti da latte e i denti "veri", che devono ancora spuntare. Non so parlare. Quando guardo queste immagini perdo lucidità. Cioè, io ero così. E anche tu, chiunque tu sia. Che schifo.