lunedì 10 giugno 2013

Care amiche mie, smettetela di riprodurvi che mi mettete ansia. Introspective as f*ck (+ The Catafratta Challenge)

Qualche settimana fa, ho ricevuto una richiesta d'amicizia su Fb da parte di una mia ex compagna delle elementari. All'epoca, era una delle poche amiche che avevo, forse l'unica a non darmi della nana rachitica e io le volevo molto bene.
Dicevo, ricevo questa richiesta e l'accetto. Nel giro di tre secondi mi ritrovo la home zeppa di link poracci (di queli fatti con PowerPoint e WordArt sull'amicizia tradita e la giustizia divina) più qualche madonna qua e là, uno sporadico Padre Pio e la vostra invidia è la mia forza, dio alla fine restituisce tutto a tutti, la ruota gira, sono il risultato di ciò che mi è stato fatto, certe persone sono false, vorrei 500€ a settimana, ho bisogno di una vacanza, condividi il gattino sulla tua bacheca o un delfino muore, nessuno mi condividerà perché POTATO, ecc ecc. Tra questo tripudio di link da Facebookkista medio, alcuni abomini hanno attirato la mia attenzione. Foto di bambini. Tante, troppe. Un numero spropositato di poppanti ripugnanti con vestitini colorati, infilati dentro ortaggi di gommapiuma ("oooh che tenero il bimbo nel costume da zucca!" NO.), link provenienti da pagine del calibro di "pAsSiOnE mAmMa", "roba da mamma", "essere mamme", "amo mio figlio" e cose simili. Allorché ho pensato -che lince- che probabilmente la mia suddetta amica stesse attraversando quella fase che prima o poi passa qualsiasi mammifera munita di vagina e annesso apparato riproduttore: la voglia di copulare e generare prole.
Ma mi sbagliavo.
Oh, se mi sbagliavo.
Siccome quel giorno dovevo studiare per l'esame di latino -quindi avevo tantissimo tempo libero- decisi di approfondire la questione e indagare sulla vita sentimental-sessuale della mia amica, che nel frattempo ho declassato e quindi chiamerò "il soggetto" per il resto del post, che ormai ha assunto un certo valore scientifico.
Premetto alcune cose, alcuni pareri strettamente personali che probabilmente faranno luce su quelloc he dirò dopo, in modo da non essere presa per pazza a favore dell'autoestinzione:
- i bambini mi fanno schifo. Non lo dico per fare la dura, non lo dico per attirarmi le simpatie dei colleghi penemuniti per far vedere che Hey, io non sono come le altre ragazze! Io penso come voi!, no. Mi fanno davvero schifo. Non li trovo teneri, non li trovo pucciosi, non mi ispirano coccole, non mi ispirano bacetti, non impazzisco per le loro manine/guanciotte/pancini/piedini e quelle cose là. I bambini vomitano, piangono, cacano, pisciano, urlano e danno fastidio. E sì, LO SO che anch'io sono stata così, so di non essere nata ventenne. E quindi? Cioè, ogni volta che mi dite "eh anche tu eri così" a me cadono le braccia. Che c'entra? Quale sarebbe il nesso logico? Siccome sono stata bambina devo amare i bambini? Non mi sono autosopportata, da neonata. Non mi sono autopulita il vomito e la cacca, non mi sono autosentita piangere di notte, non mi sono autoallattata (ew.). I miei hanno deciso di avermi, hanno liberamente scelto di procreare e quindi cacchi loro. Mi hanno sopportata e dovranno sopportarmi finché io o loro non tireremo le cuoia. Fine. Questo non mi obbliga in alcun modo a seguire i loro passi e a figliare. Mi sembra logico, eppure nessuno lo capisce.

- le donne che si pongono come unico obiettivo nella vita quello di riprodursi, non si sono evolute. Pensatela come volete, datemi della spocchiosa, della cretina, dell'assolutista, della quel cavolo che vi pare, ma per me tra una donna il cui unico scopo è scodellare figli e un procione non c'è nessuna differenza. Posso capire chi vuole ANCHE farsi una famiglia, dopo aver pensato alla propria carriera e alla propria autorealizzazione e ok, può starci. Alla fine non sto dicendo che avere figli sia un male - e chi lo dice non è poi tanto diverso da una mosca idiota che sbatte contro la finestra nel tentativo di uscire per andare a posarsi su qualche merda secca-. Ognuno è liberissimo di fare quel che vuole della propria vita e del proprio utero, IO SO che non voglio figli e probabilmente continuerò a non volerne fino alla fine dei miei giorni (poi, insomma, potrei sempre rincoglionire e cambiare idea), ma se tu vuoi metter su famiglia ok, non ti darò della cretina per questo. Ma se tu mi dici che nella vita vuoi SOLO metter su famiglia e dedicarti esclusivamente allo scodellamento di prole, sei una ciola. Ragioni con la vagina e non con la testa. E non lo dico per screditare ulteriormente una categoria che disprezzo, c'è uno studio scientifico anche su questo. Di tutte le ragazze che conosco, TUTTE quelle che alla domanda "qual è il sogno più grande della tua vita?" rispondono "sposarmi e avere figli", sono poi le stesse ragazze che cercano disperatamente un ragazzo dall'età di 10 anni; che si passano un numero infinito di stronzi finché non trovano il primo cesso ignorante e cafone che le sopporta per più di due mesi e si attaccano alle palle del suddetto, nel disperato tentativo -che spesso portano a termine- di condurlo all'altare per una cerimonia "semplice, per pochi intimi" durante la quale staranno come le assatanate perché già pregustano i millemila tentativi di fecondazione, la gravidanza e finalmente UN FIGLIO. Solo io la vedo come una cosa degradante e umiliante? Prendersi il primo idiota che ci capita perché si vive nel terrore di andare in menopausa e di non poter più avere bambini? Convincerci che abbiamo tra le braccia l'amore della nostra vita, smaronare chiunque con le nostre foto glitterate e zeppe di cuoricini quando potremmo benissimo aspirare a qualcosa di meglio? (Uso il "noi" per solidarietà, non prendetela come un lapsus Freudiano).

Postilla: spesso e volentieri, la voglia di figliare altro non è che semplice e sana voglia di cazzo. Dai, non facciamo le verginelle. E' una cosa normale e bella e qui invito alla riflessione: care amiche, quando ricevete strani messaggi dai vostri apparati riproduttori, fatevi un esame di coscienza e chiedetevi "voglio davvero avere un bambino, o ho semplicemente bisogno di una sana scopata?". Be smart: swallow, it's easier than giving birth.  

Appurati questi due concetti, la mia indagine sul "soggetto" si è conclusa tragicamente: non solo questa mia amica ha non uno, ma ben DUE figli; ma costei fa anche parte della categoria donne-procione di cui sopra. Si parlava di progetti e io le raccontavo di come, dopo la laurea, andrò all'estero a insegnare Italiano; mentre lei mi diceva che avrebbe voluto "qualche altro figlio" e fare la mamma a tempo pieno, nel piccolo paesino in cui ha sempre vissuto.
Beata lei.
L'altro giorno ho avuto una rivelazione su me stessa. Ero a casa, mio fratello stava trasferendo delle vecchie cassette -di quelle coi nostri video di quando eravamo bambini fatti con la cinepresa dai miei genitori "finché siamo stati piccoli e carini"- su DVD. In particolare, stava trasferendo una delle cassette registrate a Disneyland e nel frattempo la stava anche guardando. A un certo punto mi chiama: ci sono io, a 9 anni, con la mia solita faccia "annoiata", dicono tutti. Qualcuno dice "addormentata", anche. Ma io (e reggetevi forte, che qua arriva l'autoanalisi introspettiva abbestia) so che faccio "la mia solita faccia" quando vorrei essere altrove.
E avevo 9 anni.
Ed ero a Disneyland.
Forse sono io che sono pesante, forse dovrei darmi una calmata e puntare più in basso. Amare senza aver paura di farlo, stare in un posto senza la smania di andare via.
Scodellare figli a Valenzano.

Ma alla fine sono fatta così. Sono sempre stata così e l'altro giorno ne ho avuto la prova. Avrò sempre voglia di essere altrove, avrò sempre dubbi, sarò sempre un animo tormentato e artistico e figo e affascinante. Bella e d'annata.


****** The Catafratta Challenge******
Sono già due esami che dico, senza motivo e senza alcun nesso logico, la parola "CATAFRATTA". Ho dunque deciso di perpetrare la tradizione fino alla laurea.

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