domenica 22 marzo 2015

Una domenica sera di martedì notte

Ed è effettivamente domenica sera.
Devo specificare che, esattamente come la maggior parte del genere umano allegramente fa da semper, odio la domenica?
Nonostante questa sia stata decisamente piacevole - dal momento che sono tornata a casa tipo nemmeno tre ore fa ed ero uscita il pomeriggio prima - il ritorno alla magione è sempre l'equivalente emotivo di un ice bucket challenge fatto all'infame mentre fai la pennica pomeridiana. Un'infamata. Una bastardata. Una cosa risparmiabilissima.
Ma a quanto pare è nella natura di quel simpatico bipede glabro che è l'essere umano avere un'alcova dove riposare le stanche ali dopo aver svolazzato di palo in frasca e, nonostante alla tenera età di sei anni esternai a un preoccupato maestro di religione la mia volontà di voler diventare una barbona da grande, ahimè il mio sogno non si è ancora realizzato. 
E niente, mi sto sfondando le trombe di eustachio (che ho sempre immaginato come una specie di rametto con i capelli verdi e ricci che vive in una tromba gigante) uccidendomi di Trash Metal per contrastare quell'inetto di mio padre coi suoi tentativi di aggiustare una sedia che ha sopportato trent'anni di culi oversize e finalmente ha deciso di tirare le cuoia. Lui lo chiama bricolage, io accanimento terapeutico.
A dirla tutta lo chiamo anche "ti sto facendo un dispetto perché ho visto che stai cercando di studiare e quindi devo fare un non necessario casino della madonna per distrarti e darti fastidio perché sono un uomo maturo nonché un padre responsabile e amorevole", ma per fortuna ho Spotify coi Megadeth a palla. Rimedierò un acufene, nella migliore delle ipotesi, ma vuoi mettere la soddisfazione di continuare a studiare like a boss?

Ah, tramando ai posteri che sto contemporaneamente facendo un headbanging non indifferente, mentre studio Verga e i Malavoglia per l'ennesima volta nella mia breve vita. Ho ancora lo smalto che avevo a 17 anni! La vecchia Noemi si conserva bella e giovane e scattante!




venerdì 6 marzo 2015

Dipingimi distorto come un angelo a Courmaaaayeur che caaaadeeeeur

È la pausa più lunga che mi prendo da quando ho aperto questo blog.
Chiedo venia al mio unico lettore, ma sto affrontando un periodo di crisi creativa non indifferente. Nella mia testa ci sono tante cose, il mio corpo non regge lo stress e tutti i bei propositi e le idee s'infrangono sugli scogli della nullafacenza.
La cosa terribile è che credo di aver usato una metafora simile, qualche post fa.
Sì perché ho delle idee ma le trovo perennemente banali.
Tutto nasce nel momento in cui faccio rocamboleschi salti all'indietro nel tortuoso percorso della mia vita e una terribile epifania mi attraversa il cranio come un proiettile vagante: la bimba speciale e intelligente che credevo di essere in realtà è poco più che una di quelle sfigate che passa l'esistenza a scrivere su tumblr quanto si senta a disagio per questo o per quel motivo, rebloggando unicorni e immagini kawaii di tanto in tanto per non sembrare eccessivamente depressa.
Ed è quindi in questo circolo vizioso che sto volteggiando da un paio di mesi.

Detto questo, ieri sono stata al concerto dei Verdena.
Molto bello, molta gente, molte mazzate, molto pogo, molto alcool, molto sonno.