venerdì 27 dicembre 2013

I blame Disney! aka: cartoni animati che hanno irrimediabilmentedeviato il mio gusto in fatto di uomini


Chi di noi civettuole nate negli anni '90 non ha mai sognato di ballare il valzer col principe Filippo? O di passare l'arricciaspiccia tra la chioma fluente di Eric? O di sbirciare sotto il perizoma di Tarzan per poi scivolare sui tronchi degli alberi della giungla, per la gioia dei nostri piedi?
O di essere svegliate dal bacio del principe azzurro?
O di volare sul tappeto volante con Alì Ababua?
O di vivere nell'Isola Che Non C'è con Peter Pan?

Not me.

Io non colpevolizzo la Disney per avermi intofato il cervello con aspettative troppo alte sugli uomini. Io la incolpo per avermi dato aspettative troppo basse.
Sì perché a me Filippo, Eric, Peter Pan o Febo davano fastidio e basta. Ok, siete carini, ricchi e gnocchi, ma poi? Non voglio passare l'esistenza a ballare il valzer o a farmi salvare dalle streghe e dalle loro mele avariate. Quindi grazie, ma rinuncio all'offerta e vado a vanti.
Io ero innamorata degli outsider. Persone o animali che fossero.

Perché vivere una storia tranquilla con una persona normale e innamorata perdutamente di me quando posso passare splendide giornate di ansia con persone turbate e instabili e annaspare cercando di non annegare nei loro flussi (mestruali e di coscienza) come se non avessi anche i cavolini miei a cui badare?
Ed ecco dunque una lista (amo le liste!) di alcuni dei cartoni animati -e probabilmente anche un paio di film- che hanno irrimediabilmente distorto la mia visione dell'amore e della vita, plasmando i miei gusti in fatto di uomini su un modello che oscilla dal disadattato al grottesco, possibilmente con un passato difficile alle spalle e una bella voce con la quale cantare il suo Disagio.

Il Gobbo Di Notre Dame

Ero innamorata di Quasimodo. E questa cosa me la sono portata dietro per anni. Mi piaceva l'occhio abbottato, l'unico dentone sporgente, la gobba, le braccia pelose. E la voce di Massimo Ranieri, probabilmente. Come dice il tizio di Malattie Imbarazzanti su RealTime: "la bellezza è frutto di una serie di imperfezioni strategiche". Il fatto che in questo caso si tratti di una catastrofe è un mero dettaglio.
Quasimodo era un "tipo".
Mentre Febo era il classico belloccio noioso (e stronzo, se vogliamo mettere in mezzo anche il libro di Hugo), Quasimodo aveva molti interessi: dipingeva, faceva modellismo, parlava con le statue, allevava piccioni, suonava le campane e cantava divinamente. Poi era romantico, avrebbe dato la vita per una donna che nemmeno lo amava. Come non struggersi per una persona così adorabile?
Avrei preferito passare un'ora con lui a giocare col suo modellino di Parigi piuttosto che mille notti di baci (ero piccolina!) dati a quell'imbecille di Febo (che per di più è anche biondo quindi OUT).
 A Quasimodo devo la mia passione per i grotteschi, per chi non è "convenzionalmente bello". I bruttini interessanti (che spesso nella vita reale sono bruttini e basta). Quello col naso storto, un po' di pancia e l'aria da becchino*, per intenderci.

Il Re Leone II - Il Regno di Simba


L'unico sequel che mi sia mai piaciuto nella storia dei merdosissimi sequel Disney.
Kovu. Il leoncino frutto di una scappatella di Scar con Zira.
Sì, lo so, stiamo parlando di animali e non di persone. La zoofilia è sbagliata, immorale, oscena e blabla, ma teniamo presente che ero una bambina e vedevo l'amore come affinità di anime e caratteri, non altro. OMG SO DEEP.
Kovu è scuro e tenebroso (e ha una cicatrice, quindi tanto amore per lui), cresce nell'odio nei confronti di Simba e della famiglia reale, che ha cacciato lui e sua madre dalle Terre del Branco.
Insomma, un rivoluzionario che tenta un colpo di Stato.
Prevedibilmente, Kovu finirà con l'innamorarsi di Kiara, la svampitella figlia di Simba in piena crisi adolescenziale.
A Kovu devo la maggior parte delle mie cotte pre/post/adolescenziali per disadattati e attivisti CheGuevara-wannabe che si sono parati sulla mia strada durante la mia giovinezza fatta di manifestazioni e riunioni del Collettivo.
Un giorno sarò la Kiara di qualcuno e darò vita al mio branco di disagiati cantando L'AMOREEEEE TROVERA' LA VIAAAA! NON MI PERDERO', CON TEEEE MI SENTIRO' A CAAAASA MIAAA!



  Lilli e Il Vagabondo


Biagio. Altro animale, stessa premessa di sopra.
Più o meno stessa storia: lui cresciuto per strada, disilluso e cinico si innamora della borghesotta e mette la testa a posto.
Essendo un cartone animato più vecchio degli altri, ho avuto la tremenda epifania sul danno che Biagio ha arrecato alla mia già compromessa psiche solo qualche giorno fa, rivedendo Lilli e Il Vagabondo su Rai Uno durante la tradizionale carrellata di classici Disney di natale.
Il danno può riassumersi in questo scambio di battute:
*Lilli racconta a Biagio di come Tesoro e Gianni Caro siano cambiati da quando sono diventati genitori*
Biagio: "ecco cosa succede a legarsi a una famiglia"
Lilli: "perché, tu non hai una famiglia?"
Biagio: "certo, una diversa ogni giorno della settimana. L'importante è che nessuna abbia me".
BOOM.
Grazie Disney, grazie davvero.
(Afammocc.)


The Nightmare Before Xmas


Jack Skeletron. Un "principe" -anzi, Re- decisamente poco convenzionale che è un po' la summa di tutte le mie devianze:
tormentato, incompleto, grottesco (*Tim Burton è uno dei motivi principali per cui non resisto al fascino del "becchino"), con smanie di grandezza, un ego spropositato e una gran voglia di partire.
Questo è uno dei personaggi che ha influenzato in primo luogo me, e di conseguenza i miei gusti in fatto di uomini. Avete presente quel perenne senso di insoddisfazione del quale siete convinti di potervi liberare solo e soltanto migrando? Ecco, here I am. E per qualche perversa ragione, sono attratta dai miei simili.
A Jack devo la mia autolesionistica tendenza a invaghirmi di chi ha mire espansionistiche in altri paesi/nazioni/continenti/emisferi/sistemi solari. Mi piace chi ha un obiettivo (che espone cantando) e fa di tutto per perseguirlo, a prescindere dal resto.
Forse per questo non ho mai amato particolarmente il personaggio di Sally, la bambola di pezza che aspetta il ritorno del suo amato -che di lei beatamente se ne infischia-, mentre tenta di ricucire i pezzi di se stessa al chiaro di Luna.

Edward Scissorhands

E qui chiudo con i film di Burton (e coi film in generale), altrimenti non la finisco più.
Passato tormentato? Check.
Caratteri fisici grotteschi? Double check.
Aspetto da becchino malnutrito e insonne? Motherfuckin check.
Animo introverso ma creativo/artistico? Cheeeck.
Cicatrici? CHECK. Amo le cicatrici.
Come Quasimodo, Edward ha problemi di natura fisica che lo rendono unico e spaventoso. Mi piace perché risulta "cattivo" e pericoloso a chi non lo conosce, ma in realtà è dolce e tenero e tutte quelle cose che fanno andare in brodo di giuggiole le scemine come me.
Certo, probabilmente non mi sceglierei mai un ragazzo con delle forbici al posto delle dita (if you know what I mean), ma se ha il volto di un giovine e impacciato Johnny Depp potrei anche passarci sopra.


Tirando le somme, posso affermare che l'essermi lobotomizzata con questi film quando ero bambina ha contribuito enormemente a plasmare il mio caratteristico pessimo gusto in fatto di uomini.
Almeno posso dire con fierezza di non far parte della schiera di oche che perdono la testa per il classico stronzo che "le tratta male perché le ama".
Io la perdo per i bruttimainteressanti, gli psicolabili, i disagiati e i sociopatici.
Magra consolatione.



PS: se sei un mio ex (o attuale) fidanzato/partner sessuale/amante/flirt o whatever, SORRY.

lunedì 23 dicembre 2013

merri crismas end eppi niu iear ye let it snou w maraia cherei oll ai uont for crismas is iu

Siccome ho una mezzoretta libera che volendo potrei impiegare per studiare, decido che ho voglia di scrivere un post natalizio per sopperire alla mancanza di aria di Natale che si respira a casa mia.
A testimonianza di ciò, allego una fotografia dell'unico "pezzo di Natale" presente nella mia abitazione, ovvero una palla di polistirolo ricoperta presumibilmente da alluminio e assolutamente priva di contesto. Ha pure il filo rotto, quindi non posso manco fare la mossa e appenderla da qualche parte.



Non che il non avere l'alberello luccicoso in casa mi deprima eh, anzi. Chi mi conosce sa bene quanto odi il natale e le affini feste e quanto io possa diventare insopportabile in questo periodo -periodo che generalmente si protrae da metà ottobre a fine marzo-. MA questo non sarà un post in cui dirò che W il Grinch, il Natale è ipocrisia, abbasso le cene coi parenti e blahblah blah e il consumismo e blah l'inquinamento e blah magari vi si cioncano le mani mentre fate esplodere i vostri petardi maledetti e blah non si abbandonano i cuccioli e blah.

Per una volta voglio nuotare controcorrente e risalire le cascate come fanno i salmoni, sperando di non finire tra le fauci di un grizzly.
Voglio quindi raccontare due storielle natalizie perché mi scoccia studiare geografia.

Number One: La Nonna e YouTube

Non ho mai avuto un gran rapporto con mia nonna -come coi miei parenti in generale-. Mi sono sempre limitata a una convivenza pacifica con una punta in più di rispetto "ché è una persona anziana". Sono lontana anni luce dalla tendenza generale per la quale la maggior parte della gente che conosco ama alla follia i propri nonni. Io le mie le vedevo sì e no due volte l'anno durante le feste comandate.
E fu infatti durante un Natale di almeno cinque anni fa che mia nonna materna venne a casa per il cenone.
Era il periodo in cui avevo iniziato a smanettare su internet e avevo scoperto YouTube.
Ricordo che ero in camera mia e stavo appunto vedendo video di chissà quale gruppo rokkettaro/glam/punkettone quando entrò mia nonna chiedendomi cosa stessi facendo.
Come ogni smanettona che si rispetti, odiavo - e odio ancora oggi- essere interrotta mentre leggo/faccio/guardo/ascolto qualcosa al pc. Però, per la nota legge "è una persona anziana, sii rispettosa e gentile" le spiegai brevemente cosa fossero internet e YouTube dicendole che essenzialmente poteva vedere tutti i video del mondo.
"Anche della mia epoca?" mi chiese.
Le dissi che era probabile e lei mi disse "allora voglio vedere Vola Colomba di Nilla Pizzi".
Trovai il video e lo feci partire.
Non dimenticherò mai l'espressione sul volto di mia nonna: l'espressione di chi si meraviglia di qualcosa sebbene non la capisca appieno. Guardava e canticchiava con gli occhi lucidi e chissà cosa le passava per la mente in quel momento.
Non ho molti ricordi di mia nonna, abbiamo passato pochissimo tempo insieme, ma questa è una delle poche cose di lei che ricordo e ricorderò per sempre.
A parte quella volta in cui mi gastemò perché le ruppi una tenda quando ero piccola, ma vabbè.

Number Two: Siri

Era l'anno scorso, sempre verso Natale. Ero in macchina con i miei, stavamo gioiosamente sfrecciando sulla statale semideserta. Quando sono in auto, divento narcolettica e dormo. E quel giorno in effetti stavo dormendo, quando mia mamma mi svegliò dicendo "iiiihhh Noemi guarda! Un cagnolino!". Mi alzai di scatto e vidi un cagnolino nero che camminava a casaccio in mezzo alla strada. Subito tentai di aprire lo sportello della macchina per uscire a prenderlo (volevo uscire con la macchina in corsa, manco Action Man) ma fui bloccata dalle urla simultanee dei miei che cercavano di convincermi che "sarà il cane di qualche pastore"; "ci sarà la sua mamma da qualche parte" e -la migliore- "STA NEL SUO HABITAT".
Il suo habitat.
Il cane era sulla statale, ricordiamolo.
Vabbè, dopo svariati minuti di me che cercavo di lanciarmi dall'auto in corsa e i miei che mi urlavano che sarei stata investita, riesco miracolosamente a convincerli a fermarsi e a farmi scendere.
Faccio slalom tra le altre auto beccandomi una sfilza di KITTEMMURT (probabilmente anche legittimi) e finalmente raggiungo il cagnolino che, terrorizzato, scappava di qua e di là.
Piano piano riesco ad avvicinarlo, poi ad accarezzarlo e alla fine riesco a prenderlo in braccio e a portarlo in macchina. Aveva il collare ed era terrorizzato. Mi si accuccia sulle gambe e dopo un adorabile sospirino si addormenta, sfinito.
Lo portiamo a casa (per la felicità di Mimì, il mio cane, che non ha fatto altro che ringhiargli contro e tentare di azzannarlo) e gli diamo da mangiare e bere e scopriamo che è una femminuccia. Decido di chiamarla Siri -sì, come la voce dell'iPhone-.
Iniziamo a mettere annunci ovunque, nel tentativo di ritrovare il padrone della piccola Siri alla quale nel frattempo ci stavamo tutti affezionando. Finalmente, dopo tre giorni in cui ho temporaneamente realizzato il mio sogno di avere due cani, per una serie di coincidenze assurde, troviamo la famiglia di Siri.
Tra lacrime di gioia e mia madre che mi tirava discrete gomitate dicendomi "magari ti stavi zitta, la potevamo tenere noi", scopriamo che la cagnolina è scappata per via dei petardi durante una passeggiata a circa quattro chilometri da dove l'avevo raccolta e che il suo vero nome era Noemi. Esatto, Noemi. Come me. Come io.


Bene, ora asciugatevi le lagrime e buon natale.


giovedì 19 dicembre 2013

✌️


contiene l'equivalente di 100 mirtilli

L'altro giorno stavo fissando la mensola che sta accanto al mio letto. Quella contro la quale sbatto le corna quelle 7-8 volte a notte, per intenderci.
Essendo io una persona estremamente ordinata, su quella mensola ci metto di tutto:
i miei vecchi dischi/dvd; i libri di Geronimo Stilton e quelli che mi obbligavano a comprare al liceo e che non ho mai letto; le mie imbarazzantissime cover per l'iPhone; qualche smalto e pupazzini vari.
Dicevo, qualche giorno fa stavo fissando questa mensola e mi sono resa conto di averci dimenticato sopra una bottiglietta di succo di mirtilli.
"Contiene l'equivalente di 100 mirtilli"
Una delle prime cose che la vita ti insegna a suon di giocattoli che smettono di funzionare nel giro di 12 ore è: non fidarti delle pubblicità e mentre fissavo la bottiglietta vuota, pensavo che sarebbe bello e rassicurante farlo.
Credere che in quella bottiglietta ci siano effettivamente 100 mirtilli minuziosamente scelti e non tre bacche allungate con acqua e dio solo sa che altro;
credere che quella presente nei wrustel sia effettivamente carne e non scarti di macello;
credere che in ogni bottiglia di Fanta ci sia la spremuta di tre arance;
credere che tre minuti di AB-Rocket al giorno ti scolpiscano culo e addominali rendendoti pronta per la prova costume nel giro di due mesi;
credere che il metodo Stamina sia la cura a tutti i mali;
credere che usare creme anti-age sia effettivamente utile a contrastare l'inevitabile decomposizione della pelle...
Mi piacerebbe molto credere alle pubblicità e farmici abbindolare. Sarebbe carino, quasi come tornare a credere in Babbo Natale (cosa che ho fatto per un numero imbarazzante di anni. Ho smesso prima di credere in dio, e dopo -molto dopo- in Babbo Natale).

Non è tutto bianco o tutto nero, ma anche sì


domenica 8 dicembre 2013

Corso Mazzini's Tales #1 - U Matt' (il Matto)

C'era una volta - e c'è ancora!- nella ridente città di Bari, un ometto dalle bizzarre fattezze e inusuali abitudini che la gente di lì chiama affettuosamente " U Matt'" (ma anche "cudd kitemmùrt", "stu trmon"...).

U Matt' è un uomo dall'età non decifrabile che si aggira per le vie del rione Libertà -anche se spesso è stato avvistato nel centro cittadino in uno dei suoi tentativi di espansione territoriale- salutando uomini, donne e bambini con la sua caratteristica joie de vivre mista a fanciullesca insistenza (guai a non rispondergli!).

Jeans strappati e sporchi, faccia perennemente impolverata e immancabile busta di plastica alla Christiane F. contenente oggetti misteriosi (un tesoro? una mappa? una dose di eroina? chissà!); U Matt' passa le sue giornate dicendo "ciao" ai passanti e spippettandosi allegramente nei giardini senza preoccuparsi di nascondere il suo amore per l'onanismo agli occhi dei concittadini scandalizzati.

Nei periodi di particolare arrapamiendo, non è raro vedere U Matt' avvicinarsi alle ragazze e alle donne del quartiere e corteggiarle nei modi più delicati e creativi che la sua mente intofata dall'alcool (e iddio solo sa che altro) riescono a partorire:
- "cià, p'ttà" ("salute a te, o peripatetica!")
- "ciao troia" ("buongiorno, meretrice!"
- "la uè la ciòl?" ("gradirebbe sollazzarsi col mio augello/spadino/scimitarra/verga/gingillo/arricciaspiccia/appendice di tessuto spugnoso comunemente denominato "pene"?).

Quando ciò accadeva, le nobildonne baresi fuggivano nelle loro dimore, o correvano a tappar le orecchie ai loro innocenti figlioli o, le più spregiudicate, rispondevano a tono o semplicemente ignoravano quegli incompresi latrati d'amore.

Ma un bel dì, U Matt' avvicinò un gruppo di signore attempate, imponenti e robuste che stavano tornando dal mercato rionale. U Matt', che stava sorseggiando un buon boccale di luppolo fermentato nella locanda del quartiere, viste le signore, corse verso di loro urlando con quanto fiato aveva in corpo:

SIGNOOOOOO! LA UE' LA CIOOOOL??
Quello che il nostro eroe, abituato a rifiuti e rispostacce, non si aspettava, fu la risposta di una delle matrone:

 "MAGAAAAR! Vìn dò, vìn!"

Fu così che U Matt, spiazzato e intimorito, fuggì.


E vissero tutti, felici e contenti.

sabato 7 dicembre 2013

l'importanza di scrivere un blog per affermare la propria emancipazione

Quasi dieci anni fa, la bimba-larva che ero iniziava a trasformarsi nella splendida e modesta farfalla che sono oggi.
Come ogni metamorfosi che si rispetti, prima di digievolvermi allo stadio finale ho dovuto passare diversi mesi (diciamo anni, vah) di transizione nel mio bozzolo di bave. La tipica fase dell'adolescenza (collocabile tra ultimo anno di medie e primi tre di superiori) in cui o sei popolare o sei sfigato.
Secondo i miei ormai celebri studi antropologici, se sei gnocca/o alle medie, sei destinato all'inevitabile tracollo. Se sei sfigata/o, hai ancora qualche possibilità di redenzione.
Io ero troppo popolare per essere sfigata, ma anche troppo sfigata per essere popolare. Vivevo in questo limbo di nècarnenèpesce in cui l'unica certezza che avevo era l'amore folle per Billie Joe dei Green Day.
Poi vabbè, avevo il mio ristretto giro di amici e il GameBoy quindi non soffrivo la solitudine. In effetti non so perché questo post stia prendendo questa direzione sociopedagogica, io volevo semplicemente dire che da piccola avevo i brufoli.
Non tanti, non particolarmente grandi, ma quel tanto che bastava a farmi vergognare della mia faccia e a pettinarmi come il Cugino Itt per nasconderla.
Ma non volevo propriamente parlarvi dei miei brufoli, piuttosto dell'ansiamega che mi assaliva ogni mattina quando facevo l'appello e ne trovavo di nuovi.

Ora che sono una bellissima farfalla e non ho più di questi problemi, rivivo la stessa ansiamega quando vedo che, esattamente come brufoli, si moltiplica il numero di blog.

Avete presente la famosa storia del Clementino che nella versione per maschietti fa domande sulla fotosintesi e in quella per femminucce sulle amiche di Barbie?
Ecco, la tendenza è rimasta vagamente la stessa (almeno per noi donne): tutte fescionblogghèr.

-per quanto riguarda i ragazzi, è nato il nauseante trend di aprirsi blog che essenzialmente raccolgono fanfiction dei libri di Fabio Volo e DOSONCRìKK perché cè, anche noi maschi siamo sensibbol e vogliamo trattare le donne come principesse perché cè se lo meritano perché cè guardo la luna e penso alla tua pelle di seta cèèè.-

 Dicevo, fenomeno fescionblogghèr.
Cioè, onestamente io non saprei nemmeno cosa dire esattamente.
Amighe? Ma ci siete?
Cioè, già l'utilità delle vostre capostipiti decisamente più altolocate e fregne è abbastanza discutibile; ma voi che mi scrivete post bilingui -quando a malapena padroneggiate il dialetto più bieco e sgrammaticato del vostro quartiere- in cui mi dite che il look più adatto per comprare due cicorielle al mercato non è completo senza la borsa sfrangiata di Zara e gli anfibi Primadonna che ti segano il tendine d'Achille dopo tre isolati costringendoti a strisciare sulle braccia per tornare a casa, siete davvero così indispensabili?
Perché tu, ChiaraFerragni-wannabe, senti l'esigenza di aprirti un blog per sfoggiare l'ultima gonna a pois di H&M? E' la vana speranza di viaggi/vestiti gratis dalle aziende che ti spinge a ciò o davvero ci credi?

Che poi, chi sono io per giudicare?
Dopotutto qua sopra non scrivo nulla di socialmente utile nè di particolarmente spassoso.
Ma almeno ho la decenza di non spacciarmi per la Serena Van  Der Voodsen del Libertà.


xoxo

sabato 30 novembre 2013

do you have the time to listen to me whine about nothing and everything all at once? -ovvero, gli effetti collaterali della riproduzione casuale di iTunes

Il mio problema sono le canzoni che ascolto. Ho già detto in un altro post che quando attraverso i miei periodi peggiori mi sbronzo di canzonette pop di indubbio trashume (roba tipo Lady Gaga che mi urla che "sono pulcherrima nella mia guisa perché domeneddio non cade in fallo"* o Katy Perry che mi ricorda che c'è una part of me che loro'll never ever ever take away from me. Sed etiam Demi Lovato che mi insegna a tirarmela anche se sto sotto lammerda per il fascinoso problematico di turno. Cose da dodicenne sfranta, insomma).
Dicevo, quando sono depry mi butto a pesce su queste cose qui che mi sparo nelle orecchie durante i vari tragitti casa-uni-posti vari e che -ammetto- mi fanno sentire faiga per un isolato o due mentre mi immagino che il cozzalo o la signora chiatta che mi passano accanto si spoglino rivelando imbarazzanti tutine glitterate e inizino a ballare seminando allegria e porporina in quel di Bari.
E, a proposito, promemoria per me stessa: Bari non è cosparsa di altoparlanti che riproducono in tempo reale quello che ascolto sull'iPod e vedere una ragazza che trotterella per la città nel pieno del suo videoclip mentale e canta a voce moderatamente alta "WHO'S THAT GIIIIIRRRRL?? IT'S JESS!" può essere piuttosto inquietante.
Per non parlare di quando l'omino che sceglie le canzoni nella riproduzione casuale decide che devo avere una giornata di merda (tipo stanotte, a quanto pare).
Io ho una propensione per le canzoni deprimenti. E per quelle inqualificabili.
Nel mio iPod ci sono i Dream Theater e c'è aLbY, l'immancabile e immensa Fiona Apple ma anche Francesca Murgia; i My Morning Jacket e i remix delle canzoni di Matteo Montesi... eccetera eccetera forever.
Quando l'omino decide che devo passare il resto della giornata a chiedermi PERCHE' con lo sguardo perso nel vuoto e a ripensare a tutti i drammi della mia vita (da quando mi è spuntata la prima crosta da latte a quando ho scoperto che il tipo carino che mi guardava sull'autobus era in realtà strabico), non ci sono cazzi.

E stanotte l'omino ha deciso di farmi questo. Incurante del temporale fuori, incurante del fatto che sto preparando ben due esami insieme. Insomma, oggi l'omino mi sorride beffardo e dice FREG NU CAZZ.
Grazie omino, vado a prendere la vaschetta da sei kg di gelato industriale al triplo cioccolato e spagnola (tutti i vaschettoni di gelato industriale hanno il gusto "spagnola", che a me per la cronaca fa cacare).

Perché il ragazzino gobbo che mi piaceva alle elementari si è messo con la mia migliore amica** e non con me? Che avevo di sbagliato??
Perché quella volta al Sidis una signora mi è passata davanti nonostante io avessi comprato solo un vasetto di maionese (senza manco dirmi grazie dopo)??
Che ho fatto di male per meritarmi il morbillo due volte nel giro di due anni??
Perché non ho gli occhi blu??
Perché il mio cane mi ringhia quando le faccio le coccole???
Perché sono povera???
Perché sto per cliccare su "pubblica" senza nemmeno rileggere quello che ho scritto??

BECAUSE FUCK YOU, THAT'S WHY



*Kekko, lo so che mi leggi. Per questo ti cito e ti tarzan
** True story. Lui era davvero gobbo e mi piaceva da matti. Mi sono sempre piaciuti i tipi grotteschi.

venerdì 22 novembre 2013

uno dei motivi per cui finirò a lanciare gatti in faccia alle persone sotto il ponte dello Scacchi

Mentre pensavo casualmente al fatto che non esistono più i ragazzi di una volta che fanno proposte di fidanzamento/matrimonio mettendo anelli nei flute di champagne e realizzando subito dopo che io non bevo champagne; ho pensato che il mio uomo macho ideale dovrebbe mettermi l'anello in un boccale di Guinness. 
Ho subito dopo pensato che, dato che la Guinness è scura e io sono cogliona, sicuramente finirei con l'ingoiare l'anello. Mi sentirei male senza sapere il perché e mi porterebbero in ospedale, dove il dottore mi direbbe "ha ingoiato qualcosa, nulla di grave. La natura farà il suo corso e la espellerà". Essendo io stitica, passerei quei 15-20 giorni agonizzando senza sapere che minchia mi ha fatto star male, per poi espellere l'anello e guardare con amore il mio uomo dicendo SÌ, LO VOGLIO (o NO, a seconda dei casi). 
E boh, sta cosa mi ha fatto ridere

martedì 19 novembre 2013

I miei svenimenti celebri: update

7. Per fortuna non era ancora arrivato il panino

Due o tre mesi fa sono andata in un pub con i miei amici.
Dopo un'ora e passa di attesa (che il proprietario del locale si è fatto perdonare offrendoci dei drink, che bubi!) riusciamo a sederci e a ordinare i nostri agognati panini.
Non so per quale motivo, i miei amici decidono di ingannare l'attesa parlando di drammi oculari.
Una delle mie amiche (ciao Claudia!) da poco ha subìto un'operazione per curare la miopia e ha ben pensato di descrivere nel dettaglio procedimenti/sensazioni e tutte quelle cose che -come ogni tragedia o fatto raccapricciante- scatenano quello strano fenomeno per il quale TUTTI hanno almeno un amico o un parente che ha affrontato la stessa cosa o quasi ma con quel dettaglio grottesco in più che fa arrovellare le intrame.
Ecco, dovete sapere che io ho un problema con ciò che riguarda il corpo umano.
Cioè, finché le cose che mi compongono sono dentro di me va bene. Mi piace pensare a me stessa come a un omino di plastilina della serie: se mi tagli a metà non escono gli organi, ma resto compatta e soprattutto ricomponibile. Il massimo che posso accettare è avere dentro di me i globuli rossi di Esplorando Il Corpo Umano: quelli col culo sporgente che usavano come mensola per le bolle di ossigeno.
Sin dalle elementari sentir parlare di nervi, cervello, ossa e tendini mi ha messo ansia.
Dicevo, i miei amici parlavano di occhi, laser e nervi oculari.
Svengo con la testa nel piatto (che fortunatamente era ancora vuoto).
Ai miei amici ho detto che era colpa di un calo di zuccheri.
Ora probabilmente sanno la verità

martedì 12 novembre 2013

La Terra dei Fuochi e l'Oceano dei Rincoglioniti

Qualche giorno fa, in uno dei miei fallimentari tentativi di comportarmi da brava figlia passando del tempo di qualità con chi mi ha messa al mondo, sono andata con i miei a fare una passeggiata.

Abbiamo dunque deciso di omologarci alla massa di baresi annoiati che svoltano la serata andando a "Eataly" che, senza troppi giri di parole, è un enorme supermercato in cui tutto è -pare- iperbiologico, DOP e soprattutto supercostoso.

Mio padre inizia a rovistare tra le bottiglie di salsa, leggendo scrupolosamente la provenienza dei pomodori che "non devono provenire dalla Campania, ché c'è la diossina". Se da un lato questo commento assolutamente indelicato e fuoriluogo mi ha fatto accapponare l'anima, dall'altro ha incontrato consensi e ampi sorrisi amari da chi mangia pane e frasi medie della serie "ci vorrebbe una bella rivoluzione", "si stava meglio quando si stava peggio", "cielo a pecorelle pioggia a catinelle" e simili.

Tutto questo perché Nadia Toffa de Le Iene durante una vacanza a Posillipo ha scoperto che in Campania c'è la monnezza e ora monta servizi su servizi sui pomodori contaminati, le patate radioattive e le zucchine a tre teste con i quali mette ansia a milioni di italiani perché "questa frutta e questa verdura arrivano anche nelle nostre tavole".

YOU DON'T SAY, Nadia?

E subito è caso mediatico: petizioni, articoli, pagine su Facebook.

PAGINE              SU               FACEBOOK.

Una carrellata di vip in disuso che si fotografa con la webcam e il cartello homemade "*nome paese della Campania che non hanno mai sentito nominare prima* NON DEVE MORIRE".
E a me non viene altro da dire se non "buongiorno principesse".
Ci voleva Nadia Toffa?
La situazione in  Campania è gravissima e non è da sottovalutare. Sicuramente la giornalista ha reso un grande servizio sensibilizzando "i più" all'argomento.
Ma qual è l'altra faccia della medaglia?
Il tipico fenomeno italiano della costernazione che dura il tempo di un servizio su Italia Uno; dell'attivismo sfrenato che si limita a un "like" e a una condivisione su Fb; delle seratone in disco in cui si urla LA MIA TERRA NON DEVE MORIREEE!; della salsa Pomì che si vanta dei suoi pomodori padani; dei baresi che a Eataly scartano qualunque cosa venga dalla Campania.

Chi muove il culo per cambiare le cose?



giovedì 7 novembre 2013

non voglio fare la radical chic che vede la vita attraverso i malinconici filtri di Instagram, però...

ieri ero in centro con mio fratello, stavamo andando a mangiare il sushi denoialtri dell'all you can eat a 9€.
passiamo davanti a un gruppo di venditori ambulanti di borse tarocche
un uomo di mezza età si avvicina a uno di loro
"oggi porto mia figlia a mangiare fuori... mi daresti 50 centesimi, per favore?"

#rightinthefeels

E' definitivamente scemata la mia voglia di tenere un blog

Sarà che ho perso quella verve adolescenziale che mi portava a osservare criticamente l'universo e la fauna barese in mezzo alla quale vivo; sarà che tra poco è Natale e quindi inizia quella fase dell'anno in cui vorrei appendermi alle pale della ventola e farla girare spargendo budella per tutta la casa; sarà perché ti amo; sarà che odio stare al pc e che comunque ho pochissimo tempo per farlo.

O sarà che adesso il livello di saturazione delle mie non-palle ha raggiunto il suo apice, assieme a quel dolceamaro feeling di cinismo misto a rassegnazione che mi porta a pensare BOMBA AL NAPALM quelle 20-30 volte al giorno.

Ho capito che mi danno fastidio le frasi che iniziano con le maiuscole e finiscono coi punti, ma mi rendo conto che abolire punteggiatura e le regole basic di una scrittura decente in un blog sarebbe controproducente e fastidioso. Fastidioso almeno quanto un punto a fine frase, che fa tanto "saccente che ha menato la sentenza e ora si aspetta la risatona amaroriflessiva del suo pubblico di nicchia".

E se al posto dei punti mettessi una stellina?

Fa tanto Tokiohotellina wannabe, però inzomm, è meno irritante del punto finale.

Oppure potrei non fare la provincialotta e abbondare coi punti smarmellandoli qua e là, tanto sono gratis... esattamente così... come fanno i sedicenti poeti del cuore che vogliono risultare pensosi, rassicuranti e riflessivi... sperando che la cosa...li faccia finalmente...trombare...

vivogliobene

lunedì 14 ottobre 2013

Dream job

Esiste un lavoro che consista nello stare sdraiati in un prato morbido ricoperta da cuccioli di cagnolini e gattini? Voglio fare questo da grande

lunedì 23 settembre 2013

La Fieraintuttisensi del Levante: riassunto in cinque vignette colme di stereotipi, disegnate (male) su una lavagnetta Ikea

Come ogni dannato Settembre da 22 anni a questa parte, per la gioia delle mie gonadi e della mia misantropia (non troppo) latente, ho reso onore alla tradizione millenaria che vuole che ogni barese medio che si rispetti passi un tot numero di ore l'anno incastrato nei corridoi dei padiglioni della Fiera del Levante tra i suoi simili.

Che poi, diciamocelo, noi gggiovani ci andiamo solo per rubacchia...ehm! comprare anellini, collanine, braccialetti e chincaglierie nella Galleria delle Nazioni. La Fiera alla fine è tutta lì. Che s'impicchi il padiglione dell'aspirapolvere Folletto, quello dell'antiquariato o la mostra dei trattori: io voglio il braccialetto indiano contro il malocchio, l'amuleto catalizzatore di energia positiva, l'anello per trovare l'amore della mia vita e la collanina per aprirmi il chakra e poi tornare a casa bardata come la Madonna dell'Odegitria e continuare a essere la sfigata di sempre col malocchio, l'aura di energia negativa nera come il catrame, zitella e col chakra chiuso.

Prima di cominciare a snocciolare le mie vignette, premetto che non so disegnare. Cioè, c'è stato un periodo della mia vita in cui sono stata vagamente in grado di tenere una matita in mano, ma ormai sono tempi andati. Si cresce, si cambia, si digievolve.


LA FIERA DEL LEVANTE IN CINQUE VIGNETTE


1) Il panino al wrustel "dei tedeschi".

Virgolette strategiche per non cadere nell'umorismo spicciolo.
Sebbene lo stand della Bayernland sia chiuso da un paio di anni (PERCHE'. IO VOGLIO SAPERE PERCHE'), continuano a girare sotto falsa identità i leggendari hot dog tedeschi della Fiera. Sono due anni che vengo tentata dal prenderli, ma il ricordo del donnone della Bayernland -che ti prendeva il panino; te lo apriva con cattiveria; gli estirpava la mollica con l'odio di chi davanti non ha un'indifesa pagnotta bensì il suo nemico giurato al quale strappa le buella dal corpo; ci infilava il wrustel con maestria e poi lo irrorava di salse per poi cospargerlo di puzzolentissimi crauti- è ancora troppo vivo in me. Non me la sento di fare questo passo, non me la sento di sostituirla. Sono sempre la solita sentimentale.
In ogni caso, in onore del donnone sadico e dei suoi panini, la prima vignetta la dedico a lei.

2) L'indiano con la volpe morta attaccata al microfono che fa le cover della canzone del Titanic e dei Pooh col flauto.
Presenza fissa in Fiera probabilmente da quando i coloni hanno invaso l'America e cacciato a pedate i nativi stipandoli nelle riserve o riducendoli a "cosa figa da stampare sulle magliette".
E' lui a creare l'atmosfera-fiera, con le sue basi su cd sulle quali ogni tanto emette un fischio assordante col suo inseparabile flauto di legno, giusto per ricordarci che la sua è un'esibizione live.
Circondato da acchiappasogni e dall'immancabile volpe morta attaccata al microfono, l'indiano esegue instancabile, da ormai 77 edizioni,il suo repertorio costituito essenzialmente dalle colonne sonore de Il Gladiatore e di Titanic e Tanta Voglia di Lei dei Pooh.
Immancabili l'arco e le frecce a 10€, i braccialetti contro l'invidia e le sorprese indiane a 1€.


3) Il padiglione della Francia con le caramelle-fossile che stanno lì da otto generazioni, a portata di sputazza di passante.
I francesi, si sa, hanno la puzza sotto il naso. Loro non si accontentano di avere uno stand nel padiglione delle nazioni come il resto del mondo, no. Loro vogliono un padiglione solo per loro. Un padiglione per vendere essenzialmente saponette profumate e caramelle.
Anche le caramelle "della Francia" sono un must della Fiera: banalissime caramelle reperibilissime in qualsiasi negozio di dolciumi che in questo particolare padiglione hanno la particolarità di costare il triplo e di essere state rese unticce e appiccicaticce da anni di sputazze, peli, capelli e scaglie di pelle morta dei passanti. Sì, perché le caramelle "della Francia" non hanno un vetro che le protegga dal resto del mondo, no. Ad alimentare lo stereotipo che la nota "puzza sotto il naso" dei francesi derivi dal tanfo emanato da lor stessi medesimi, le caramelle "della Francia" rendono onore a questa credenza assolutamente non vera e razzista guadagnandosi la cittadinanza francese tramite sporcizia e batteri. W la France!

  

4) La Galleria delle Nazioni
Ovvero, la galleria di Perù, Vietnam, India ed Egitto. In questa edizione ho imparato che il Mondo è composto solo da queste quattro nazioni. Che si fotta il resto. Io posso campare di maglioni di alpaca, kimono, vasellame e profumini dai nomi suggestivi come "Sogno romantico sotto le piramidi" "Amore di Ramses" "Calli di Cleopatra" (cose che apprezzo perché da piccola ero fan de "Il Principe D'Egitto").


5) -studio antropologico-: come il barese medio rubacchia gli anellini, ovvero "La posizione del Velociraptor".
Dopo anni di osservazione e studi, ho appreso la tecnica con la quale la fauna barese di ambo i sessi si diletta a sgraffignare chincaglierie di ogni genere dagli espositori dei vari stand.
Il trucco sta nel fingere di essere interessati ad altro, osservare un gingillo X all'orizzonte, in modo da attirare l'attenzione del peruviano/vietnamita/indiano/egiziano di turno su tale gingillo X.
Nel frattempo, braccia accartocciate sul petto (nb: siamo piegati sul bancone, col nostro corpo sovrastiamo l'oggetto Y che desideriamo fregare) e manine sgraffignatrici che indagano e fingono di star innocentemente provando un anellino/braccialetto/cheminchiavipare. Appena il nostro "sguardo ingannatore puntato all'orizzonte" avrà ottenuto l'effetto desiderato, con una manina afferriamo velocemente quello che capita e ce lo infiliamo nella manica (anche se la temperatura del padiglione è quella di un forno crematorio, lo sgraffignatore alle prime armi si affiderà alle maniche lunghe. I pro riescono a fare abili giochini di prestigio anche senza questi mezzucci da niubbi). Zac, il gioco è fatto! #YOLO
Chiedo scusa per questo ultimo disegno, fatto veramente male, ma mi ero rotta le palle di disegnare e non so fare i dinosauri.



venerdì 30 agosto 2013

Una bella immagine per i posteri

Tanti scarafaggi che si accalcano nelle metro. Fanno a gara per far prevalere la loro inutilità sulle inutilità degli altri. Arrancano per muoversi in una città che li inghiotte. La città sembra un presepe di quelli economici con le casette bianche, gialle e rosse di cartone. 
Un presepe in una cartolina. 
L'incubo più grande di una ragazza di fascia alta che si ritrova ospite in una casa di gente che non conosce è addormentarsi su lenzuola bianche e svegliarsi sulla bandiera del Giappone. 
Ricordo tutte le scale viste negli horror e non dormo. 
Vorrei disegnarlo, ma non mi ricordo come si fa. 
Dio benedica il wi-fi. Amen. 

giovedì 8 agosto 2013

Messaggio per tutti i chitarristi del mondo

Che vi definiate tali perché sapete suonare La Canzone del Sole o perché sapete eseguire alla perfezione tutto il repertorio di Jimi Hendrix o dei G3 poco importa.
Il fatto che siate chitarristi non vi autorizza a farvi crescere oltre i limiti del buongusto le unghie della mano destra.
Fa schifo.

domenica 28 luglio 2013

Sto vivendo un momento adolescenziale

Più vivo, più mi rendo conto di avere un "ritardo" di due-tre anni rispetto ai miei coetanei.
Non parlo di ritardo mentale, per tutti i supersimpa in vena di battute scontate che mi leggono.

Parlo di un altro genere di ritardo, che non riesco a spiegare chiaramente. Sarà il caldo, sarà che mi annoio, sarà che sono giorni che faccio sogni discutibili, sarà che mi rallegro per i motivi sbagliati, sarà che mi ostino a non andare avanti e a vivere in funzione di cose che boh, per ora non hanno fatto che distruggermi e deviarmi.

Tornando al ritardo, parlo di esperienze. Ritardo nel fare alcune esperienze. Il primo viaggio in auto, la prima nottata, la prima canna, la prima volta, il primo pranzo interamente cucinato da me (nb: queste appena elencate non sono cose fatte negli ultimi 15 giorni, eh. Parlo di cose dilazionate in anni e anni di vita).

Vabbè sì, mi rendo conto di non essere chiarissima, ma alla fine che mi frega? E' il mio blog, scrivo quasi solo per me quindi sticazzi.


Come ogni estate mi parte la fisima del non essere in grado di ripagare l'amore con altro amore.
Ogni giorno ricevo amore. Amore puro, che non chiede nulla in cambio. Ed è proprio questo a farmi impazzire. Questa gratuità, questo ricevere senza bisogno di dare.
Eppure sono stata tante volte dall'altra parte, tante volte ho amato -o forse ho solo creduto di farlo, ancora non ne vengo a capo- senza chiedere nulla.
E sono state le volte in cui mi sono sentita più appagata, più un pace con me stessa.
Perché?
Sarà forse che è meglio essere in credito che in debito, o sarà che ci si lava la coscienza più facilmente e i sensi di colpa spariscono.

Stanotte ho fatto un sogno strano. Un cassetto che ho sempre voluto aprire, nel quale ho sempre voluto curiosare, nel quale ho sempre avuto paura di finire.
Lo apro, dentro ci sono lettere, oggetti, foto e un quaderno a quadretti grandi, come quelli che si usano in prima elementare. Lo apro. Solo le prime pagine sono scritte.
C'era una specie di poesia, un qualcosa che suonava come: se credi che non stia soffrendo, devi sapere che se per te è stato un tuono, per me la tempesta; se per te è stata un'ustione provocata da una fiamma, io ho vissuto nell'Inferno.
Cose così.
Sarà che mi sono addormentata con lo stesso desiderio che coltivo e nutro insensatamente da troppo tempo.

Conto davvero così poco nella vita delle persone?
Questo andare avanti ossessivo, a tutti i costi, senza soffermarsi un secondo su chi o cosa c'è stato prima, mi terrorizza e mi atterrisce.
Mi fa sentire piccola e sola in un angolo buio nel quale vorrei rifugiarmi e dal quale vorrei scappare allo stesso tempo.
Forse sono io che non sono in grado di lasciare il segno?
Forse sono io che mi sono sempre sopravvalutata, quando in realtà non sono altro che una persona uguale a mille altre convinte di essere "diverse"?
Forse.

Non sono triste, nè felice e questa cosa mi esaspera. Cerco qualcosa senza effettivamente cercarla; desidero cose senza muovere il culo e andarmele a prendere. Sono come le persone che odio, quelle che parlano e parlano, elaborano teorie e tesi, criticano, giudicano e non fanno nulla. Fare e dire sono due cose diverse e lo sto imparando solo adesso, probabilmente in ritardo rispetto ai mei coetanei -che pur non fanno nulla-.
Non ho la forza (o la voglia) di fare quel che dico di volere. Domani, domani, domani.
Da domani mi metto a dieta.
Da domani studio seriamente.
Arriva domani e fa sempre troppo caldo o troppo freddo per vivere.
Provo a pensare a cose che mi distraggano, provo a trovare qualcosa che mi piaccia fare ma nulla, nulla mi distrae dal nulla.
Nel nulla c'è tutto e non c'è niente, e io mi ci perdo.
 Esco spesso, a casa non ci sono quasi mai. Eppure mi rendo conto che è solo una distrazione, che sto solo perdendo tempo e la cosa non mi porterà da nessuna parte.
Torno a casa e il peso di quello che ho in testa mi schiaccia e mi soffoca. Ho bisogno d'aria, ho bisogno di pensare a me. Chi sono? Cosa voglio?
E sto iniziando a pensarlo seriamente adesso, a 22 anni.
Spero di non essere troppo in ritardo.

giovedì 25 luglio 2013

I miei svenimenti celebri

1. "Mio fratello si credeva un gatto"

Credo che questo sia stato il mio primo svenimento in assoluto.
Non so quanti anni avevo, presumo dai 5 ai 7.
Ero in macchina con mamma e mio fratello, avevamo appena parcheggiato per andare dal parrucchiere (mi piaceva andarci, perché quel brav uomo aveva attrezzato la sala d'attesa con una piccola tv e una PlayStation tarocca, quindi mentre mamma si tagliava/tingeva/qualunquecosafacesse i capelli, io non mi rompevo le palle).
In quel periodo, mio fratello era convinto di essere un gatto e indovinate un po' chi era il suo graffiatoio -si dice così? Esiste questa parola? Mi scoccia googlare- preferito? Esatto, io.
Mi ricordo che avevo una crosticina sul braccio (era estate, avevo una canottierina a strisce colorate), e che quella crosticina era lì perché quell'animale di mio fratello mi aveva sferrato uno dei suoi graffi micidiali.
Mi ricordo che mi venne il priscio di levarmi quella crosticina.
Mi ricordo che la levai e la guardai. Poi posai lo sguardo sulla ferita e vidi una minuscola goccina di sangue uscire. Quando dico minuscola, intendo dire MINUSCOLA. Avete presente quando vi schiacciate un brufolo ed esce la goccina di sangue finale che significa "il pus è uscito tutto, smettila di spremermi!"? Ecco. Lo stesso misero quantitativo di sangue.
Mi ricordo che mi si annebbiò la vista, mi fischiarono le orecchie e mi accasciai su mia madre. Non potevo muovermi, ma sentivo mamma che urlava "AIUTO AIUTO MIA FIGLIA E' SVENUTA!" a un vecchietto in motorino che aveva le cuffie e quindi non le diede ascolto. Dopo poco rinvenni e mamma preoccupata mi chiese cosa fosse successo. Quando le feci vedere il micro-goccino di sangue, mi mandò a cagare.

2. "Spruzzatina di occhio"

Avevo credo al massimo 9 anni. Ero con la mia famiglia all'Auchan, che aveva aperto da poco. Eravamo nel reparto profumi poracci (quei profumi da pochi euro che hanno tutti lo stesso nauseabondo odore) e c'erano i tester, che per me erano una novità assoluta. Decido di provare qualche profumo e, da cretina qual sono, mi punto l'erogatore in faccia. Il profumo mi finisce dritto in un occhio, che inizia a bruciare manco l'avessi gettato tra le fiamme di Mordor. Lo stropiccio per dieci minuti buoni, poi con nonchalance vado da mio fratello che appena mi vede urla scandalizzato "che ti sei fattaaaa? Hai tutto l'occhio rossooo!!!".
Inizio a star male, ad avere giramenti di testa. Usciamo dal centro commerciale (i miei anche stavolta non avevano idea di cosa fosse successo). Nel frattempo mio fratello saltellava canticchiando "spruzzatina di occhio! Spruzzatina di occhio!".
Raggiuingiamo una panchina e mi ci stendo, con le braccia incrociate sul petto come Biancaneve. Inizia ad avvicinarsi gente. Perdo i sensi, ma continuo a sentire. Sento un uomo che chiede a mia madre cosa fosse successo e se fossi sua figlia (era l'epoca in cui "gli zinghiri rubbano i bambini). Dopo un po' riprendo conoscenza. Stessa scena di prima: mamma mi chiede cosa è successo, le dico che mi sono spruzzata del profumo nell'occhio, vengo mandata a cagare.

3. "Karate-girl"

Avevo 12 o 13 anni. Da poco ci eravamo trasferiti a Bari ed eravamo alla spasmodica ricerca di uno sport da fare. Mio fratello decise di iscriversi a Karate e io, affascinata dall'Oriente e dall'idea di poter diventare la Bruce Lee del quartiere Libertà, decisi di fare una lezione di prova.
Non so per quale ragione, il maestro decise di mettermi nel gruppo delle cinture nere/marroni.
Nello spogliatoio feci amicizia con alcune ragazze, tutte ipercazzute nei loro kimono immacolati, mentre io indossavo una T-Shirt delle Winx.
Andiamo in palestra. Il maestro inizia a urlare cose in giapponese -presumo- e a ogni suo latrato gli allievi rispondevano con un'azione precisa. Corsa, calci, pugni ecc. Provo a imitarli (con scarsi, scarsissimi risultati). Dopo questa prima fase di panico (e già iniziavo ad avvertire il tipico dolore al fianco che tutti noi flaccidi ben conosciamo), lo stradannatissimo maestro ci ordina di fare una cosa come 50 giri di campo di corsa.
Al terzo giro, mi accascio al suolo e svengo.
Non misi mai più piede in quel luogo.

4. "Il prelievo"

Premetto che ho il terrore degli aghi.
Avevo 20 anni suonati, dovevo fare le analisi del sangue.
Inizio ad avere paura e a fare incubi già da una settimana prima.
Arriva il fatidico giorno. Mi fanno sedere, porgo il candido braccino all'infermiera.
Dopo tre secondi è finito tutto. Mi danno dell'ovatta per tamponare la ferita.
In corridoio, guardo l'ovatta e noto una macchiolina di sangue.
Raggiungo la prima sedia che trovo e svengo.


5. "Svenire dal freddo...a inizio Settembre"

Come forse avrete capito, abito a Bari. Bari è una città tendenzialmente calda e in estate ci sono 40° all'ombra.
Era metà settembre, ero in giro con i miei amici e tremavo di freddo. Era una serata fresca, leggermente fresca, ma io stavo congelando.
Svengo per il freddo.

* postilla: all'epoca (ovvero appena 10 mesi fa) mangiavo molto poco. Quindi è probabile che lo svenimento fosse causato da questo. In ogni caso è divertente dire che sono svenuta dal freddo a settembre.


6. "La piadina"

Qualche mese fa.
Ero in cucina coi miei e stavamo pranzando. Siccome non avevo molta fame, mi preparai una piadina con fesa di tacchino e insalata.
Quando mi scoccia mangiare, inizio a ingoiare il cibo praticamente senza masticarlo, come un'anatra.
Mi capita un pezzo piuttosto grande di piadina che inghiottisco a fatica. Lo mando giù, ma nell'ingoiare mi ero fatta male.
Molto male.
Mi alzo da tavola.
Poi mi sveglio e mi ritrovo per terra, con le guance doloranti e i miei che dicono cose che non capisco.
E' stato il primo svenimento figo della mia vita. A parte il motivo stupidissimo, è stato figo risvegliarsi a terra senza sapere che straminchia fosse successo. E' stata la prima volta che sono svenuta perdendo TUTTI i sensi (udito compreso, che fino ad allora era sempre rimasto).





Ho finito di umiliarmi, andate in pace.

giovedì 11 luglio 2013

Sonostupida

Riflettevo: sin da quando ero piccola, ho sempre snobbato qualunque cosa richiedesse "impegno" ed esercizio PER MIGLIORARE. In fondo ho sempre creduto che se sai fare una cosa, la sai fare e non hai bisogno di esercizio. Se non la sai fare, se non sei portato, puoi anche sbatterci la testa mille volte ma sarai sempre più pippa di chi la cosa la sa già fare per inclinazione naturale.
È stupido, va in culo alla meritocrazia e all'evoluzione, ma in fondo l'ho sempre pensato e, per quanto mi sforzi di cambiare idea, so che lo penserò sempre. 


mercoledì 3 luglio 2013

Un altro motivo per cui non sarò mai una buona madre

Non sopporto recite/saggi di fine anno e cose simili.
In questi ultimi tre giorni ho partecipato alla "maratona" di saggi della mia scuola di canto e, mi duole dirlo, per ogni cantante decente, ce n'erano almeno otto che facevano asfaltare. In alcuni momenti si è sfiorato il ridicolo, sembrava di stare alla sagra della focaccia, oppure in quella scena -forse l'unica divertente- di "Cado Dalle Nubi" di Checco Zalone in cui durante un matrimonio Caparezza viene costretto a duettare con la "cugggina" di Checco: "dimmi perché piangiii" "di felicitààèèàèàè".
Ai limiti del grottesco.
Eppure la sala era gremita di genitori orgogliosi che, armati di iPad/iPhone/Reflex/macchinette usa e getta (quest'ultima è prerogativa dei MIEI genitori. Davvero, io non so nemmeno da dove diavolo le comprino, eppure ad ogni occasione ne tirano fuori una e scattano foto come se non ci fosse un domani, facendo un casino infernale con la rotellina TTTRRAAAKKK TTTTRRAAAAK TTTRRRRAKK CLICK!. E ovviamente alla fine le foto vengono di merda) riprendono stoicamente la performance del loro bimbo o della loro bimba. Quando dico bimbo/a, intendo anche cazzoni che vanno per la 30ina, eh.
Alla fine di ogni esibizione, il cantante-incubo di turno correva dai suoi genitori/amici adducendo ottomila scuse "madòòòò ho cantato male, ma non è stata colpa mia! Il batterista ha sbagliato l'attacco/il pianista ha suonato un tono sotto/dal palco non si sente/ero agitata/avevo la luce del riflettore negli occhi/mi facevano male i piedi/ho mal di gola/l'aria condizionata era troppo forte/durante l'acuto finale mi sono ricordata che sono tre giorni che non riempio la ciotola al gatto".
A queste scuse, seguiranno una serie di melliflui "noooo ma che dici?! Hai cantato benissimo! Non si è sentita per nulla quella stecca, tranquilla! Sei stata la migliore -non perché sei mia figlia, eh!!!". Di solito a questi elogi palesemente fasulli partecipano anche gli insegnanti e onestamente se fossi in loro, al posto di farcire le mie allieve di complimenti manco fossero tacchini della festa del ringraziamento, elargirei saggi consigli del tipo "datti all'allevamento di giaguari/ fai la ceretta ai bombi/ tieni questi pastelli a cera e disegna arcobaleni finché non ti si calcificano le falangette/ trova lombrichi e baciali sperando di beccare la bocca e non il buco del culo/ usa i soldi che sprechi per le lezioni di canto per comprarti qualche grammo di cocaina che fai meglio".

Ecco, se fossi un genitore, questa farsa non riuscirei a reggerla.

"Mamma, mamma! Ti piace come ho cantato?? Sono stata brava??"
"No. Ora sali in macchina e vedi di non fiatare. Con la voce sgraziata che ti ritrovi non ti prendono nemmeno a fare gli annunci nei centri commerciali."

E' più forte di me, odio i falsi complimenti.

Come quando incontro qualcuno dopo tanto tempo e mi sento dire (SEMPRE) "ooohh ma sei dimagrita tantissimo!!!".
Questa cosa va avanti da anni e i casi sono due:
O effettivamente sto dimagrendo costantemente da 3-4 anni e non me ne accorgo, quindi ho sì e no un annetto di tempo prima di pesare quanto un fardello di acqua Fabia;
Oppure prima pesavo 130kg e non lo sapevo.

No, davvero, non riesco ad essere falsa su certe cose. Posso fingere di avere un interesse, di aver studiato qualcosa, di essere superamica di qualcuno, posso anche fingere un orgasmo, ma i complimenti NO. Non riesco a farli. Quelli o mi vengono dal cuore, oppure quando li dico mi viene automaticamente una faccia che oscilla dallo schifato all'imbarazzato (con sfumature di crudeltà e cattiveria).

Per questo preferisco optare per la sincerità ad ogni costo:

" Ciao Noemi! Ti trovo dimagrita"
"Grazie, vorrei poter dire lo stesso di te"
(sì, è successo davvero. Più di una volta)

Se fai cacare, fai cacare.

sabato 29 giugno 2013

Quando sono giù di morale, mi fisso con le reginette del pop: che problema ho?

In quasi quattro mesi da Blogger a tempo perso, ho capito una cosa: i miei pensieri raggiungono l'apice subito dopo lo shampoo.
Che poi, a casa mia da settimane ci sono solo shampii (? lol) antiforfora. E nessuno a casa mia ha la forfora.
Chi li compra? Perché lo fa?

Da ieri mi sto autolobotomizzando con Demi Lovato. Cioè, alla fine solo una canzone -di più non la reggo, non sono messa così male-. E nel corso di questo ultimo anno -che da oggi sarà conosciuto come l'anno in cui ebbi svariati travasi di bile, nonché anno in cui il fegato mi sfanculerà definitivamente- ho compreso un'altra Grande Verità sul mio conto:
quando sono giù di morale, sento il bisogno fisico di canzoni di merda.

In situazioni normali -di gioia, o siml tale- adoro ricordare a me stessa che la vita è un chiancone ascoltando canzoni depresse/introspettive/evocative e ispirate da sentimenti mali.

Quando sono triste, vai di Katy Perry, Lady Gaga e ora Demi Lovato.

Perché?


Ho anche capito che essere cinici spocchiosi e colti sul web fa molto cool. No, davvero, mi irrita.
Che poi alla fine il mio blog è un po' cinico e spocchioso (colto proprio no, mi sforzo solo di scrivere in un italiano comprensibile), quindi mi sento parte della massa e mi sale la sconfidenza.
E mi viene l'ansia di distinguermi e fare qualcosa di nuovo, con la consapevolezza che sono e sarò sempre uguale ad altra gente che come me è convinta di raggiungere i cancelli del Nirvana (ci sono i cancelli, lì?) quando ha i capelli bagnati.
Poi boh, magari qualcuno si ispira tagliandosi le unghie dei piedi, o si sente colto dopo un bel bidet. Chi sono io per giudicare?

Demi Lovato...perché?
Perché forse è la temperatura, forse i corsi e ricorsi storici, o l'essermi trovata dopo un anno esatto dall'altra parte mi ha portata a pensare e vivere e convincermi di vivere alcune cose che mi hanno fatta sentire sola e principalmente una merda.
Non è chiaro quello che ho scritto? Non m'importa, non è il mio diario segreto e tu non sei il mio psicologo.
Psicologo, altra parola chiave. Vogliono mandarmici, dicono che ho bisogno d'aiuto.
Secondo me non c'è nulla che uno psicologo possa fare di più rispetto a una qualsiasi reginetta sfranta del pop.
Ma vabbè, tanto alla fine non lo pagherei io quindi onestamente non m'importa. Io so benissimo quali sono i miei problemi e sentirmeli dire da un'altra persona non so quanto possa essermi effettivamente utile.

Magari la cosa contribuirà a rendermi figa: "Hey, ciao, sono Noemi. Sono in cura da uno psicologo perché sono troppo tormentata e figa e bella e maledetta. Bene, appartiamoci e limoniamo come se non ci fosse un domani".

Vorrei solo stare da sola per un po'. Ho bisogno di quel tipo di calma che non posso avere se devo stare a preoccuparmi dei rapporti umani. Io e me stessa. Una tisana e un mappamondo.
Dove vuoi andare?
Chiudo gli occhi, lo faccio girare e al "tre" ci metto l'indice sopra, in un punto a caso. Quello sarò il posto in cui vivrò.
Ed è la quinta volta di fila che finisco in un oceano.
Forse sono una piratessa che insegue chissà cosa, chissà chi.
Per amarlo o ucciderlo, o semplicemente rubargli tutto quello che ha e guardarlo mentre si contorce miserabile nel fango chiedendomi "perché?" tra le lacrime malcelate.

O semplicemente non sono capace di indicare un dannato continente su un mappamondo perché ho una mira di merda.

domenica 23 giugno 2013

Una cosa che odio (sì, un'altra)

Avete presente quelle immagini tristissime che girano su Facebook (Noemi, ma perché parli sempre di Facebook? Perché quelle rare volte che ci sto per più dei due minuti necessari a controllare eventuali notifiche e rispondere, MI FA INNERVOSIRE. Le persone mi fanno innervosire, e su Facebook danno il peggio. Soddisfatti?) dicevo, avete presente quelle immagini DI UNA TRISTEZZA SCONFINATA che girano su Facebook? Quelle che dovrebbero essere "screenshots" di presunti stati di personaggi famosi/di film/serie tv ecc? 
Quelli della serie: 
Harry Potter: io ho una cosa che Voldemort non ha...
Hermione: Harry, quante volte devo dirti che non devi pronunciare quel nome?
Ron: lol
Voldemort: cosa non avrei che tu invece possiedi? Io sono il mago più potente del mondo!!!
Harry Potter: il naso. 


Ecco, queste cose qui. Questi surrogati di fanfiction per fanghèrls troppo pigre per scrivere una storia decente che si accontantano di creare queste merdate e commentare con un "agahahahahahahahahahahahaah muoio ahahahahah povero voldie x'D". Ecco, queste cacate fanno schifo. Le odio. Non fanno ridere. Fatevene una ragione, smettetela di crearne. Che siano su Harry Potter, Il Signore Degli Anelli, How I met Your Mother o la fanfiction di Filomena Coza Depurada, NO. FANNO CACARE.

venerdì 21 giugno 2013

Continua la fortunatissima serie "avere un blog e usarlo per le minchiate", ma fa caldo quindi ok

REGOLE:
1. Imposta il tuo lettore mp3 in "riproduzione casuale".
2. Per per ogni domanda, premi il tasto avanti per avere la risposta dal tuo lettore.
3. Scrivi il nome della canzone che compare, non importa quanto stupida.

SE QUALCUNO TI CHIEDE COME STAI, COSA RISPONDI?
Waiting Around To Die - The Be Good Tanyas (iniziamo con ottimismo)

COME DESCRIVERESTI TE STESSO?
Left Alone - Fiona Apple (ma che cazz..? lol)

COSA TI PIACE IN UNA RAGAZZA O UN RAGAZZO?
Little Talks - Of Monsters And Men (beh dai, qui ci siamo)

OGGI COME TI SENTI?
Sailor Song - Regina Spektor (vabbè, qualche risposta insensata ci sta. E' pur sempre in riproduzione casuale)

QUAL E' LO SCOPO DELLA TUA VITA?
Life in Still Water - Fates Warning


QUAL E' IL TUO MOTTO?
On My Own - Les Miserables Cast (in pratica, sono una ganza solitaria)

COSA PENSANO DI TE I TUOI AMICI?
You don't Know Me - Michael Bublè

COSA PENSANO DI TE I TUOI GENITORI?

Ghost of Corporate Future - Regina Spektor (Ah!)

A COSA PENSI SPESSO?

Get Gone - Fiona Apple

COSA PENSI DEL TUO MIGLIORE AMICO?

Don't go Breaking My Heart - Elthon John

QUAL E' LA STORIA DELLA TUA VITA?

Sandcastles In The Sand - Robin Sparkles (lol)

COSA FARAI QUANDO SARAI PIU' GRANDE?
Hollywood Bitch - Stone Temple Pilots (iTunes wat u doin? iTunes pls sthap)

COSA PENSI QUANDO VEDI UNA PERSONA CHE TI PIACE?
Drink With Me - Les Miserables Cast

COSA BALLERAI AL TUO MATRIMONIO?

Walk Away - Ben Harper (l'allegria proprio)

COSA SUONERANNO AL TUO FUNERALE?
Cheers (Drink To That) - Rihanna (anche il mio funerale sarà cozzalo)

QUAL E' IL TUO PASSATEMPO PREFERITO?
I Wanna Rock - Twisted Sisters

QUAL E' LA TUA PAURA PIU' GRANDE?

Marble House - The Knife

QUAL E' IL TUO SEGRETO PIU' NASCOSTO?
Heart's a Mess - Gotye

COSA STAI FACENDO ADESSO?
A New Holiday - Carissa's Wierd

COSA PENSI DEI TUOI AMICI?
Kill And Run - Sia (statevi attenti, amighi)


giovedì 20 giugno 2013

Avrei mille cose più interessanti da scrivere, ma fa caldo

- Che ore sono? 17:54

- Nome che c'è nella tua carta di identità: Noemi D'Alessandro

- Nomignolo/i? Emi/Nemi

- Numero di candele che avevi sulla tua ultima torta di compleanno: non c'erano candele sulla mia ultima torta. Ora che ci penso, non sono nemmeno sicura ci fosse una torta

- In che data spegni queste candeline? 4th of July

- Parte del corpo che preferisci curare? Sopracciglia e seno

- Posto più bello in cui sei stato? Vienna

- Residenza attuale? Bari, ma ancora per poco

- Hai già bevuto un cuba libre? In gioventù, quando ero un'adolescente ribbelle e squilibrata

- Ti sei già ubriacato? Mi basta un Mon Cherì

- Ti sei già innamorato? Pensavo fosse amore, invece erano calecchie

- Hai già amato qualcuno al punto di piangere? No, e aggiungo: GAAAAAAAAAAAAAAYYYYYYYYYYY!

- L'ultima volta che hai pianto? Qualche settimana fa

- Destra o sinistra? Politicamente, sinistra. Poi so scrivere con entrambe le mani

- Coca Cola o Pepsi? Lemonsoda

- Caffè normale o con panna? Amaro, macchiato freddo

-  Coperta o piumone? Piumone, per difendermi dai fantasmi

- Lasciare o essere lasciati? Lasciare

- Numero favorito? 4

- Prima cosa che ti passa per la testa? Fa troppo caldo per vivere

- Film preferito? Tanti. L'ultimo visto, Hard Candy

- Nome preferito? Lord Monocromatico

- Giorno della settimana? Lunedì (quanto sono controcorrente, madò!)

- Canzone preferita? Lullaby, Assemblage 23. E tutta la discografia di Fiona Apple

- Biondo/a o moro/a? Biondo/a o moro/a COSA?

- Ti sei mai sentito fallito? Che parolone

- Hai già nuotato nudo al mare o in piscina?

-  Ristorante preferito? Ho da poco scoperto le gioie del sushi, ma costa assai quindi dirò: LA PIZZERIA DEL MAROCCHINO

- Materia meno interessante? Del mio corso di studi? C'è l'imbarazzo della scelta

- Bevanda alcolica? Birra. Guinness

- Sport da vedere in TV? Forse pattinaggio sul ghiaccio, ma dopo un po' mi scoccio

- Alimento? Il cupcake-gelato di Cake Design. Non impazzisco per i dolci, ma quel coso è... un cupcake con una pallina di gelato sopra AL GUSTO DI CUPCAKE. L'inception dei cupcake. Orgasmo

- Secondo te un uomo e una donna possono essere amici? Secondo me sì, anche se la vita mi ha insegnato il contrario in più di un'occasione

- Che nome aveva il tuo pupazzo preferito da bambino/a? Gabibbi

- Come ti vedi da qui a 10 anni? Con dodici figli e un marito che mi picchia. Oppure su qualche programma di RealTime tipo Sepolti in Casa, Obesi, Il mio Grosso Grasso Matrimonio Gipsy...

- Qual è il negozio che sceglieresti per spendere i soldi? "Per spendere I soldi"...ma chi le scrive ste domande? Comunque accessori, vestiti e cose inutili

- Cosa fai di solito quando ti senti giù? Vedo film/serie tv o più probabilmente faccio solo cose che peggiorano la situazione

- Qual è la parola o frase che dici più volte? Freg nu cazz

- Nome dell'amico che vive più lontano da te? Akira, che vive a Osaka. E tanti altri giappoamici che saluto!

- Cos'è che ti fa più arrabbiare? Quando mamma cucina pasta e piselli o pasta al sugo. E poi vabbè, le cose serie tipo i pregiuidizi, l'egoismo e la fame nel mondo e sono una persona solare

- Qual è la cosa più bella che esista? La luna

- A che ora vai a dormire? Non ne ho idea... le 2?

- Quale parte del tuo corpo vorresti cambiare? I denti

- Hai mai seguito una dieta? Nella mia testa, sì

- Sei una persona paziente? Troppo con le persone sbagliate. E troppo poco con le persone che lo meritano meno (escludendo mio padre, che merita sempre di essere sfanculato)

- L'ultima persona che hai baciato? Il mio cane vale?

- Un aggettivo per descrivere il tuo partner? Ogni cosa che dico può essere usata contro di me, quindi passo

- Un aggettivo per descrivere il tuo ultimo EX partner? Come sopra

- Ti piace il mondo? Quello che ho visto fino ad ora mi è piaciuto. Escludendo Bari, ovviamente

- Cosa pensi della magia? Che se esistesse, sarebbe fichissimo

- Cosa pensi della psicologia? Troppo Freud

-Cosa pensi dei fumatori incalliti? Drogàt

- La tua fiaba preferita? Barbablù (la versione splatter)

- Scegli qualcuno per fare il giro del mondo con te? Nah. Certe cose vanno vissute senza il peso di altra gente

- Scegli qualcuno a cui raccontare tutto? Non mi fido di nessuno a tal punto

- Scegli qualcuno da far resuscitare? Questa me la tengo per quando mi morirà qualcuno di cui me ne freghi qualcosa

- Scegli la persona che sposerai? Non voglio sposarmi, ma se proprio devo... Gerard Butler.

- Che lavoro vorresti fare? Insegnare Italiano all'estero, oppure cantare in una band fichissima

- E invece che lavoro farai? Venderò panini in un Autogrill

- Dove vorresti vivere? Via

- In quale epoca? Questa

- Ti tatueresti il nome di qualcuno? Nein

- Hai mai fumato uno spinello? Ciao mamma!

- E una droga di qualche altro tipo? Gli orsetti gommosi valgono?

- Fai il cambio di stagione al tuo armadio? Too lazy for that shit

- Le cose vecchie le tieni o le butti via? Le tengo. Mi preparo per i prossimi provini di "Sepolti in Casa" su RealTime

-Chi e' l'uomo piu' bello del mondo? Presumo Gerard Butler. O Bear Grylls. O Michael Jackson black version

- Che ore sono? 18:26. Ho anche fatto altro nel frattempo, eh!

venerdì 14 giugno 2013

La mia figura di merda che resterà nella storia. Ok, è solo una delle tante ma è degna di nota.

Era una fredda mattina di qualche mese fa.
Mi ero da poco ritirata dopo una nottata devastante, mentre mia mamma da poco si era svegliata per andare a lavoro. Saranno state le 6:00 del mattino.
Incrocio mamma in corrioio. Un paio di giorni prima, avevo comprato online una coppetta mestruale (davvero devo spiegarvi cosa è e come funziona? COPPETTA-MESTRUALE. E' chiaro, no? La infili nel gentil pertugio, la tieni lì qualche ora, la svuoti, la lavi, la rimetti là) e, dal momento che di lì a poco l'avrei utilizzata, l'avevo messa a disinfettare nell'amuchina. Mamma la vede:

Mamma: "che è? Quella schifezza di coppetta mestruale??"
Io: (nb: non ero propriamente lucidissima, capitemi.) "Eh, sì"
Mamma: "ma è enorme! Tutta sta cosa ti devi infilare dentro??"
Io: "tranquilla mamma, ci è entrato di peggio"


...


Ho realizzato molto tempo dopo.
Brava me, brava.

mercoledì 12 giugno 2013

Sn acida, asociale, bisex, pansessuale, atea, deista, autolesionista, anoressica, e asko tt

Ok, sono quasi le 2:00 e non ho sonno.
Potrei studiare per l'esame che ho tra 15 giorni? Sì.
Ma quanto mi va di farlo, da 1 a 7,13? Zero.
Quindi perdo tempo. Quando ho voglia di perdere tempo - e soprattutto, quando ho finito le vite su Candy Crush Saga- vado su Facebook. Se oggi sono così disgustata e annoiata dal mondo, lo devo principalmente a questo social network. Onestamente, non per fare la solita tiritera, ma siete pallosi.
Tra chi pubblica i Dream Theatre mentre segretamente lovva Miley Cyrus; chi condivide immagini con scritte fluo sulla KA$TA e su Bbbberlusconi; chi và ancora appresso alle .gif poraccissime che quelli dela mia generation si scambiavano via mms coi primi "videofonini" (vedi: il gatto Silvestro con la rosa in mano che sbatte gli occhioni, orsetti vari e quella merda della rana pazza); chi mi smarona con le foto dei loro cospaly di merda e Inuyasha/Naruto/Goku/FMA e tutte quelle merdate giapponesi -sushi compreso-; gli irriducibili timorati di dio che sfrangiano le maracas con le madonne che piangono sangue (MI FANNO PAURA. Abbiate pietà di me, porca Eva); condividi o stanotte viene una bambina con gli occhi rossi che ti tira i piedi/tua mamma muore/diventi obeso/Buzz Lightyear (non c'entra nulla, è tardi e ho poca inventiva) e poi il must dell'estate 2013: ASK.
Per quei pochi eletti che non sanno di cosa sto parlando, ask è un sito poraccio sul quale è possibile fare domande (in anonimo o meno) agli utenti, che dovranno dare risposte sincere e sentite, ma soprattutto VERE. Chi bazzica su internet come me, saprà benissimo quanto sia opinabile, relativo e del tutto aleatorio il concetto di "verità" e che anche una vita noiosa e banale può diventare la figata del secolo una volta che passa dal modem all'etere.
Quando ero un'adolescente e mi tingevo i capelli a cazzo di cane (biondo platino sopra e neri sotto, che rebbel), i profili sul Fu Myspace o sugli adorabili blog di Msn rappresentavano quei luoghi mistici in cui ognuno raccontava la propria vita rendendola ganza fichissima e invidiabile. Certo, non mancavano gli outsider che si sentivano "diversi", non capiti, non amati ecc, ma alla fine erano una minoranza composta prevalentemente da personaggi che si erano autolobotomizzati guardando il video di Numb dei Linkin Park immedesimandosi fin troppo nella raga deprexxixxima che si perde nel suo mondo fatto di disegni perché cè lei è troppo profonda e cè a scuola le fanno cadè i libbri e i disegni e manco li raccolgono da terra! Cèèè, l'emargination è assai!
Ora, non voglio fare la solita nostalgica veterana che dice che ai miei tempi si giocava con le bambole mentre ora "ragazze di 13 anni ke sn in     cinte e si drogano e bevono e fumano". Cioè, ok, io ho comprato l'ultima fattoria di Barbie a 12 anni suonati -ironia della sorte, il giorno stesso in cui diventai "signorina"-, ma sono sempre stata rincoglionita e sono un caso a parte (cè sn trpp diverxa dalla massa ihihihihih).
Dicevo, non voglio fare la nostalgica, sto solo conducendo approfonditi studi antropologici sulla razza umana e questi studi assolutamente scientifici mi hanno portata a constatare che, tra i giovani preadolescenti smanettatori di pc, c'è stata un'inversione di tendenza. Dal fare a gara a chi aveva la vita più bella (ricordo un mio amico che diceva di possedere 90 macchine tra Ferrari e Porsche. Tutti lo prendevamo per il culo dicendo che era impossibile. Poi il padre fu arrestato per usura e le 90 macchine furono sequestrate. Ma questo è un caso a parte), si è passati alla gara senza esclusione di colpi a chi soffre/ha sofferto di più. A 13 anni. Sofferto. Più. Di. Gara.
L'utente-tipo di ask ha tra i 13 e i 16 anni, si autodefinisce asociale (pur essendo iscritto a tutti i social network del globo); acido/a (oddeuz che sovversivuz); bisex/gay/lesbica/PANSESSUALE (che per loro significa bisessuale); autolesionista (lancio un appello ai padri: da oggi solo rasoi elettrici); orfano; con infanzia difficile e uno o più grossi traumi alle spalle (violenze in famiglia, stupri, OMICIDI -no, non sto scherzando-, galera et similia); ha problemi alimentari; ateo/deista (spesso contemporaneamente); è un panda/un duogongo/un gattino/un pinguino o un qualsiasi animale che ritengono かわいい!!! (kawaii, carino, puccioso); lovvano i manga e gli anime/Fedez/Moreno/One Direction/Justin Bieber e vabbè quella roba là. Ah, e sono tutti BIPOLARI.
Questi esseri, questi scoli di fogna, queste cloache, passano la loro vita inutile a smanettare tragedie al pc nella speranza di ottenere like e popolarità. E alcuni ci riescono. Non è raro trovare profili con oltre 10 mila domande, millemila like per risposta e annessi ammiratori.
L'utente-tipo di ask propina al mondo la propria "storia" -assolutamente verissima e senza alcun tipo di esagerazione- ad ogni occasione. Qualunque sia la domanda -compreso un banale "che fai?", l'askiano farà partire il suo racconto drammatico con tono declamatorio ed eccessivamente teatrale, domande retoriche, puntini di sospensione, CAPS LOCK a motore e tante, tante puttanate. Ed è qui che l'adolescente medio italiano si riscopre scrittore, mago dell'introspezione e della tragedia ostentata fino all'esasperazione (della serie: mia madre è morta dandomi alla luce. A sei anni torno a casa dal primo giorno di scuola e trovo mio padre morto in cucina. Vengo affidata a mio zio che è alcolista e mi picchia e non c'è mai in casa quindi io devo stare da sola e badare a mia nonna -che è la solita che mi capisce e mi vuole bene [forse proprio perché è vecchia e rincoglionita, ci hai mai pensato?]- ma lei è morta l'anno scorso e da allora a scuola mi prendono in giro e la mia migliore amica mi ha tradita e quindi mi taglio e sono bipolare E LO SAI CHE CAZZO SIGNIFICA PORCODDIO????11??1).
Cari bambini e bambine, andate a cagare.
Ora è divertente giocare con la depressione, coi traumi, con le presunte violenze perpetrate da genitori-tiranni (genitori che hanno sborsato i dindini per comprarvi gli iPhone dai quali scrivete le vostre puttanate da giovani e sfrante vittime della vita), col bipolarismo (avete idea di cosa significa passare dalla DEPRESSIONE -non tristezza, gioie- all'euforia? Passare sei mesi a letto senza aver voglia di mangiare/lavarsi/uscire e la restante metà dell'anno talmente euforici da non riuscire a dormire più di due ore a notte? Volete dire che siete lunatici -oh, che cosa rara e poco comune negli esseri umani! Siete davvero unici al mondo, mamma mia-? OK, va benissimo. Ma non giocate con cose più grandi di voi.
E va bene che siete ragazzini annoiati che probabilmente hanno solo questo tipo di svaghi, ma se leggo di una ragazzina che sbandiera a casaccio il fatto di esser stata "stuprata", non posso che augurarle che accada sul serio per vedere se poi ha ancora voglia di scriverlo su Ask.


Mi rendo conto di aver accantonato la nota classe che mi contraddistingue, ma sono stanca, ho fame e ho il ciclo. E un esame. E non riesco a dormire. E il mio cane mi picchia.
Penso che andrò a tagliarmi in bagno.

lunedì 10 giugno 2013

Care amiche mie, smettetela di riprodurvi che mi mettete ansia. Introspective as f*ck (+ The Catafratta Challenge)

Qualche settimana fa, ho ricevuto una richiesta d'amicizia su Fb da parte di una mia ex compagna delle elementari. All'epoca, era una delle poche amiche che avevo, forse l'unica a non darmi della nana rachitica e io le volevo molto bene.
Dicevo, ricevo questa richiesta e l'accetto. Nel giro di tre secondi mi ritrovo la home zeppa di link poracci (di queli fatti con PowerPoint e WordArt sull'amicizia tradita e la giustizia divina) più qualche madonna qua e là, uno sporadico Padre Pio e la vostra invidia è la mia forza, dio alla fine restituisce tutto a tutti, la ruota gira, sono il risultato di ciò che mi è stato fatto, certe persone sono false, vorrei 500€ a settimana, ho bisogno di una vacanza, condividi il gattino sulla tua bacheca o un delfino muore, nessuno mi condividerà perché POTATO, ecc ecc. Tra questo tripudio di link da Facebookkista medio, alcuni abomini hanno attirato la mia attenzione. Foto di bambini. Tante, troppe. Un numero spropositato di poppanti ripugnanti con vestitini colorati, infilati dentro ortaggi di gommapiuma ("oooh che tenero il bimbo nel costume da zucca!" NO.), link provenienti da pagine del calibro di "pAsSiOnE mAmMa", "roba da mamma", "essere mamme", "amo mio figlio" e cose simili. Allorché ho pensato -che lince- che probabilmente la mia suddetta amica stesse attraversando quella fase che prima o poi passa qualsiasi mammifera munita di vagina e annesso apparato riproduttore: la voglia di copulare e generare prole.
Ma mi sbagliavo.
Oh, se mi sbagliavo.
Siccome quel giorno dovevo studiare per l'esame di latino -quindi avevo tantissimo tempo libero- decisi di approfondire la questione e indagare sulla vita sentimental-sessuale della mia amica, che nel frattempo ho declassato e quindi chiamerò "il soggetto" per il resto del post, che ormai ha assunto un certo valore scientifico.
Premetto alcune cose, alcuni pareri strettamente personali che probabilmente faranno luce su quelloc he dirò dopo, in modo da non essere presa per pazza a favore dell'autoestinzione:
- i bambini mi fanno schifo. Non lo dico per fare la dura, non lo dico per attirarmi le simpatie dei colleghi penemuniti per far vedere che Hey, io non sono come le altre ragazze! Io penso come voi!, no. Mi fanno davvero schifo. Non li trovo teneri, non li trovo pucciosi, non mi ispirano coccole, non mi ispirano bacetti, non impazzisco per le loro manine/guanciotte/pancini/piedini e quelle cose là. I bambini vomitano, piangono, cacano, pisciano, urlano e danno fastidio. E sì, LO SO che anch'io sono stata così, so di non essere nata ventenne. E quindi? Cioè, ogni volta che mi dite "eh anche tu eri così" a me cadono le braccia. Che c'entra? Quale sarebbe il nesso logico? Siccome sono stata bambina devo amare i bambini? Non mi sono autosopportata, da neonata. Non mi sono autopulita il vomito e la cacca, non mi sono autosentita piangere di notte, non mi sono autoallattata (ew.). I miei hanno deciso di avermi, hanno liberamente scelto di procreare e quindi cacchi loro. Mi hanno sopportata e dovranno sopportarmi finché io o loro non tireremo le cuoia. Fine. Questo non mi obbliga in alcun modo a seguire i loro passi e a figliare. Mi sembra logico, eppure nessuno lo capisce.

- le donne che si pongono come unico obiettivo nella vita quello di riprodursi, non si sono evolute. Pensatela come volete, datemi della spocchiosa, della cretina, dell'assolutista, della quel cavolo che vi pare, ma per me tra una donna il cui unico scopo è scodellare figli e un procione non c'è nessuna differenza. Posso capire chi vuole ANCHE farsi una famiglia, dopo aver pensato alla propria carriera e alla propria autorealizzazione e ok, può starci. Alla fine non sto dicendo che avere figli sia un male - e chi lo dice non è poi tanto diverso da una mosca idiota che sbatte contro la finestra nel tentativo di uscire per andare a posarsi su qualche merda secca-. Ognuno è liberissimo di fare quel che vuole della propria vita e del proprio utero, IO SO che non voglio figli e probabilmente continuerò a non volerne fino alla fine dei miei giorni (poi, insomma, potrei sempre rincoglionire e cambiare idea), ma se tu vuoi metter su famiglia ok, non ti darò della cretina per questo. Ma se tu mi dici che nella vita vuoi SOLO metter su famiglia e dedicarti esclusivamente allo scodellamento di prole, sei una ciola. Ragioni con la vagina e non con la testa. E non lo dico per screditare ulteriormente una categoria che disprezzo, c'è uno studio scientifico anche su questo. Di tutte le ragazze che conosco, TUTTE quelle che alla domanda "qual è il sogno più grande della tua vita?" rispondono "sposarmi e avere figli", sono poi le stesse ragazze che cercano disperatamente un ragazzo dall'età di 10 anni; che si passano un numero infinito di stronzi finché non trovano il primo cesso ignorante e cafone che le sopporta per più di due mesi e si attaccano alle palle del suddetto, nel disperato tentativo -che spesso portano a termine- di condurlo all'altare per una cerimonia "semplice, per pochi intimi" durante la quale staranno come le assatanate perché già pregustano i millemila tentativi di fecondazione, la gravidanza e finalmente UN FIGLIO. Solo io la vedo come una cosa degradante e umiliante? Prendersi il primo idiota che ci capita perché si vive nel terrore di andare in menopausa e di non poter più avere bambini? Convincerci che abbiamo tra le braccia l'amore della nostra vita, smaronare chiunque con le nostre foto glitterate e zeppe di cuoricini quando potremmo benissimo aspirare a qualcosa di meglio? (Uso il "noi" per solidarietà, non prendetela come un lapsus Freudiano).

Postilla: spesso e volentieri, la voglia di figliare altro non è che semplice e sana voglia di cazzo. Dai, non facciamo le verginelle. E' una cosa normale e bella e qui invito alla riflessione: care amiche, quando ricevete strani messaggi dai vostri apparati riproduttori, fatevi un esame di coscienza e chiedetevi "voglio davvero avere un bambino, o ho semplicemente bisogno di una sana scopata?". Be smart: swallow, it's easier than giving birth.  

Appurati questi due concetti, la mia indagine sul "soggetto" si è conclusa tragicamente: non solo questa mia amica ha non uno, ma ben DUE figli; ma costei fa anche parte della categoria donne-procione di cui sopra. Si parlava di progetti e io le raccontavo di come, dopo la laurea, andrò all'estero a insegnare Italiano; mentre lei mi diceva che avrebbe voluto "qualche altro figlio" e fare la mamma a tempo pieno, nel piccolo paesino in cui ha sempre vissuto.
Beata lei.
L'altro giorno ho avuto una rivelazione su me stessa. Ero a casa, mio fratello stava trasferendo delle vecchie cassette -di quelle coi nostri video di quando eravamo bambini fatti con la cinepresa dai miei genitori "finché siamo stati piccoli e carini"- su DVD. In particolare, stava trasferendo una delle cassette registrate a Disneyland e nel frattempo la stava anche guardando. A un certo punto mi chiama: ci sono io, a 9 anni, con la mia solita faccia "annoiata", dicono tutti. Qualcuno dice "addormentata", anche. Ma io (e reggetevi forte, che qua arriva l'autoanalisi introspettiva abbestia) so che faccio "la mia solita faccia" quando vorrei essere altrove.
E avevo 9 anni.
Ed ero a Disneyland.
Forse sono io che sono pesante, forse dovrei darmi una calmata e puntare più in basso. Amare senza aver paura di farlo, stare in un posto senza la smania di andare via.
Scodellare figli a Valenzano.

Ma alla fine sono fatta così. Sono sempre stata così e l'altro giorno ne ho avuto la prova. Avrò sempre voglia di essere altrove, avrò sempre dubbi, sarò sempre un animo tormentato e artistico e figo e affascinante. Bella e d'annata.


****** The Catafratta Challenge******
Sono già due esami che dico, senza motivo e senza alcun nesso logico, la parola "CATAFRATTA". Ho dunque deciso di perpetrare la tradizione fino alla laurea.

domenica 26 maggio 2013

26 Maggio, resoconto annuale. Spoiler alert: è un post noioso.

Due anni fa, decisi che ogni 26 Maggio mi sarei autofatta tre domande.

1) Che sto facendo della mia vita?
2) Sono felice?
3) Sono sentimentalmente impegnata?*

*non sono mai stata una ragazza dipendente dalle relazioni (anzi, per anni sono andata scansandole). L'autodomanda ha un altro senso, più personale, che riguarda il mio approcciarmi alle storie e alle persone. Dal momento che è una cosa estremamente privata e questo non è il mio diario segreto, qui risponderò semplicemente dicendo se ero effettivamente impegnata o meno. 

26 Maggio 2011:
1) Ero al primo anno di università, sognavo di fare l'attrice e frequentavo un laboratorio di teatro. Qualche mese prima avevo iniziato a prendere lezioni di canto e mi sentivo fyga.
2) Questo non me lo ricordo. Conoscendomi, data la mia pesantezza intrinseca direi proprio di no. Ricordo che per svariati mesi avevo avuto una cotta allucinante per un ragazzo che ovviamente era l'ambiguità fatta a persona (della serie: si fa sentire, ti dice cose che ti fanno subodorare un suo probabile coinvolgimento emotivo, poi sparisce per mesi e poi ti invita a casa sua per la sua festa di laurea e tu devi sorbirtelo mentre ci prova con una tutta la sera), e che da poco ne ero uscita. Però, esattamente due anni fa, conobbi un altro dei miei amori folli e non ricambiati, ovvero il famoso hipster metrosessuale di cui ho parlato nello scorso post. Era il 26 maggio quando mi contattò con una scusa stupida e io tirai fuori le gonadi chiedendogli di prenderci un caffè. Poi ce lo prendemmo e le mie gonadi andarono a farsi fottere, visto che per tutto il pomeriggio fui solo capace di dire "sì...sì...addirittura...sì...ahfasivbaijbdfobn...sì". Ma che potevo fare? Era figo, aveva stile, era tutto intellettualoide (all'epoca adoravo gli intellettualoidi. Grazie a San Crispino ho imparato a detestarli genuinamente poco dopo) e per una serie di congiunzioni astrali che ovviamente esistevano solo nella mia testa (roba di segni del destino e stronzate simili) ero convinta che fossimo fatti per stare assieme.
3) Evidentemente no. Ma speravo di poter rispondere, l'anno dopo, con un bel "sì, e sto con l'hipster metrosessuale!". Cosa che ovviamente non è avvenuta, dato che lui ha pensato bene di cambiare nazione, gettandomi nello sconforto dell'abbandono che -ma io non lo sapevo ancora- altro non è stato che un allenamento per quello che sarebbe mio malgrado avvenuto un anno dopo. Ma questa, è un'altra storia.

26 Maggio 2012
1) Ero in piazza Mercantile, con uno spettacolo. In quell'occasione ho scoperto che il teatro per me non era l'amore folle che credevo che fosse e anzi, era un contesto che detestavo. Quella "profondità" di pensiero ostentata, quel credersi dio in terra, quell'essere convinti di aver colto il senso della vita e di aver creato uno spettacolo GENIALE (na cagat introspettiva, sperimentale e di una tristezza sconfinata), quel nonnismo latente, quelle stracazzo di prove di merda a MOLFETTA per le quali dovevo svegliarmi a orari assurdi (con annesse flessioni e umiliazioni in caso di ritardo)...insomma, fare quel dannato spettacolo per me significava LIBERARMI di quel mondo triste e fasullo al quale per anni ero stata convinta di appartenere.
2), strettamente connessa alla 3): Nì e sì. Ero impegnata, ma questo non mi rendeva felice. Non che la mia felicità dipendesse da questo, ma stavo con un ragazzo che di lì a qualche mese sarebbe partito e avrebbe vissuto per un anno dall'altra parte del mondo. Stavamo già assieme da diversi mesi e, il 26 Maggio, iniziavo a prendere atto del fatto che a quel ragazzo ci tenevo davvero tanto. E questo mi rendeva triste perché infondo sapevo come sarebbe andata a finire. Se potessi tornare a quel 26 Maggio 2012, finirei lo spettacolo e andrei a mangiarmi una pizza e a farmi un giro con i miei amici (cosa che ho fatto, solo eviterei di perdermi a Barivecchia, come è effettivamente successo), tornerei a casa e mi farei una bella doccia (come effettivamente è successo) ed eviterei di impostare la sveglia alle 6 del mattino per prepararmi a partire il giorno dopo, con appena 4 ore di sonno. Spegnerei il telefono e dormirei tanto.

26 Maggio 2013
1) Ho accantonato il teatro. Non so se in maniera definitiva. Per ora non mi manca, ma mai dire mai. Da un po' di tempo coltivo l'idea di insegnare italiano all'estero. Vivere a Bari è diventata una tortura, odio questa città e ogni giorno trovo nuovi motivi per odiarla. Così ignorante, così retrograda, così priva di stimoli. Io non voglio farne parte. Non so ancora dove mi porterà la vita, non ho un piano e questo mi mette ansia perché ho paura di non riuscire a trovare un senso alla mia esistenza ed è degradante avere una vita a disposizione e non sapere che farne. Sto valutando diverse ipotesi, ma le difficoltà sono tante. Per ora continuo a studiare per prendere l'agognato e inutile pezzo di carta. Oggi è stata una bella giornata, comunque. Ho comprato un maglioncino a righe -convinta che fosse in offerta, ma alla fine ho sborsato 20€, mannaggiaccristo- e una T-shirt di Star Wars. Mi sta anche piuttosto bene, anche se mi ero ripromessa di non comprare più t shirt di quel genere perché sono "poco femminili" e non voglio finire di nuovo nel tunnel delle magliettone extralarge stampate, come quando avevo 15 anni. Poi sono andata al mercato coperto, quello coi marocchini simpatici che ti scassano la minchia con braccialetti, occhiali da sole e cover. Alla fine ho ceduto e ho preso una cover di quelle  carine che si chiudono in modo da proteggere lo schermo, ma ho letto che il magnete della chiusura può rovinare l'iPhone, quindi mo boh.
2) Non mi piace dare risposte secche e definitive su questo punto. Definirmi "infelice" è sbagliato, alla fine ho molti amici, esco spesso, faccio tante cose e in molti mi vogliono davvero bene. Dire che sono "felice" però è un tantino azzardato. Credo sia principalmente la mia famosa pesantezza intrinseca a rendermi così. Ultimamente tendo a sentirmi perennemente strana e fuori posto, ma non in maniera liceale e ostentata. Non della serie "sto tutto il giorno a casa davanti al pc con le cuffie a sentire i Bring Me The Horizon (che, per la cronaca, non so chi siano ma li ascoltavano tutti i miei amici che ostentavano depressione, quindi presumo siano un gruppo per gente che si sente troppo emarginata perché cè la società non fa per loro perché cè nessuno capisce la loro interiorità cè). E' una cosa che sento proprio dentro, in punti che nemmeno sapevo di avere (dai, su. Fate partire i BMTH). Alterno momenti in cui sento e so di poter spaccare il mondo a metà a momenti in cui vorrei che mi crescessero un paio d'ali per volare in alto e cacare in testa alle persone (non ve lo aspettavate, vero? LOL). Ma penso sia tutto dovuto al fatto che sto imparando a conoscermi adesso. E' una cosa che ho sempre rimandato, perdendo tempo appresso a cotte, infatuazioni, fidanzati e cose simili che mi tenessero occupata la mente. Ho sempre temuto il confronto con me stessa, per paura di ritrovarmi di fronte a qualcuno che non conoscevo. Un po' è così. Spesso vengo messa di fronte a situazioni nuove davanti alle quali reagisco in modi inaspettati. Ma mi sto abituando a me stessa e questa è una bella cosa. Tipo, ora sto parlando come una femminuccia in piena ovulazione e questo mi disgusta nel profondo dell'anima, ma alla fine sono anche questo. Quindi pace, c'est moi.
3) Sì, ma non con quello dell'anno scorso. Per ora le cose vanno bene e so di aver trovato un ragazzo che davvero mi apprezza per quello che sono (inspiegabilmente) e che non sta con me solo per mostrarmi in giro come un trofeo. O almeno spero sia così, non mi piace dare giudizi assoluti su niente. Non mi dilungo a parlare di lui o della storia, dal momento che è una cosa che sto ancora vivendo e non posso trarre alcuna conclusione sul percome e sui perché. Stiamo bene assieme, mi fa ridere, sa tante cose e sa fare tante cose.

E niente, sto bene così. Sono curiosa di sapere se anche l'anno prossimo sarò pesante come oggi e spero vivamente di no. Detto questo, ringrazio la Mediaset per aver trasmesso La Mummia 2 in questa pallosissima domenica, dando la mazzata finale al mio buonumore.

:)