venerdì 17 gennaio 2014

animalati e (in)attivisti

L'altro giorno dovevo studiare per un esame, quindi avevo molto tempo libero.
Dopo aver mangiato quelle 7-8 barrette kinder per alleviare i sensi di colpa e dopo aver mentalmente brevettato l'invenzione del secolo (ovvero la cioccolata spalmabile bigusto Kinder), mi sono dedicata al magico mondo dell'etere e del www.
Chi mi conosce, sa che amo crogiolarmi nell'altrui disagio che spesso e volentieri si materializza (anzi, digitalizza) in fenomeni di fanatismo degno dei peggiori Ultras e che nella maggior parte dei casi sfocia nel bullismo più gretto.
Sì, perché on the internet nobody knows you're a dog.
Siamo un nome, forse un cognome (veri? nossacc), una foto (nostra, di gente random, di animali, cartoni animati o cose intellettuali che non posso capire perché non sono mai stata a Montmartre) e qualche riga nella quale dobbiamo racchiudere tutto il nostro scoppiettante essere.
E questo è uno.
Diciamo che questa caratteristica accomuna tutto il mondo del web. Nessuno escluso. Conosco gente che tiene più al suo profilo FB che a se stesso. Gente che ha mandato all'aria amicizie e rapporti che duravano anni solo perché la sua "immagine da social network" si sarebbe rovinata.
PLS.
Da questo ceppo centrale, solitamente gli utenti del web si diramano in due direzioni: i già accennati Ultras e i cinici ad ogni costo (quelli che devono fare i dissacranti e i saccenti anche -e soprattutto- quando non è necessario o richiesto).
Onestamente non so decidere quale delle due categorie mi passeggi baldanzosa sui miei metaforici testicoli, ma data una serie di sfortunati eventi che ahimè mi toccano da MOLTO vicino, stanotte ho deciso di impiegare parte del tempo che la mia insonnia toglie al riposo parlando degli Ultras. Di una categoria in particolare, quella che mi fa più incazzare: gli animalati.
Sì perché alla fine gli Ultras da fandom non fanno male a nessuno. Si paraculano fra loro, si minacciano di morte; passano le loro giornate a scrivere fanfiction con trame sul porno andante con protagonisti gli One Direction e Justin Bieber, ma alla fine non fanno male a nessuno. Non pretendono di salvare il mondo. Loro "si fanno salvare dagli idoli" e vabeh, fa parte dell'adolescenza e della crescita e stronzatine varie. Sono irritanti e imbecilli, ma alla fine sticazzi. Diventeranno grandi e si pentiranno della maggior parte delle loro azioni o semplicemente finiranno per dimenticarsene.

Gli animalati no. Loro sono il cancro della società.
Premetto che sono una brava persona: amo gli animali, ho un cane per il quale darei la vita (e no, non lo dico esagerando); mangio carne con -forse fin troppa- moderazione (1-2 volte al mese. Strano a dirsi, ma preferisco la soya); sto attenta ai prodotti che acquisto (che siano vegani e/o cruelty free). Insomma, piccoli accorgimenti. Ma da qui a definirmi "animalista" ce ne passa di acqua sotto i ponti. Lo ammetto, potrei fare di più, sono una persona pigra ed egoisticamente ho altre priorità. Nel mio piccolo, faccio quel che posso.
Detto questo, il problema degli animalati ha iniziato a presentarsi come tale ai miei occhi solo in tempi piuttosto recenti, nonostante mi sia ritrovata molte volte dinnanzi ai tipici commenti da "folla armata di torce e forconi" che caratterizzano questi personaggi. Diciamo che prima non ci facevo caso. Leggevo queste cose  e pensavo, ingenua, che era bello che nel mondo ci fossero persone così infervorate da sani principi e che sicuramente "gente così farà davvero molto per gli animali". Esatto, FARA'.
So di non essere ancora laureata in Lettere, ma 5 anni di elementari, 3 di medie, 5 di liceo classico e 3 di università credo siano sufficienti a darmi una certa sicurezza di fondo quando affermo che tra "commentare" e "fare" ci sono una serie di piccole grandi differenze (a partire dal numero di lettere che compongono i due verbi) che probabilmente è anche superfluo elencare.
Quando ho preso atto di questa cosa, quando mi sono resa conto che esiste gente che non si fa problemi a sbandierare ai quattro venti il fatto di essere animalista convinto quando la sola cosa che fa è rinunciare al filetto e alle braciole, allora mi sono girate le bobine.
Ma tornando a quel famoso giorno in cui ero sotto esame e dopo essermi sbronzata di Kinder ho deciso di farmi del male navigando nell'altrui disagio. Mi imbatto per caso nella storia di Caterina, una ragazza colpita da -se non erro- 4 malattie genetiche gravi e che vive -tra mille sacrifici e sofferenze- "grazie" ai farmaci ottenuti con la sperimentazione animale. La storia è stata detta mille e mille volte, quindi evito di ripeterla. Ne ha parlato persino Barbara D'Urso, quindi alzo le mani dinnanzi a cotanta superiorità giornalistica. In sintesi, questa sventurata ragazza ha avuto la malsana idea di postare una foto di se stessa con la mascherina che le permette di respirare e un cartello in cui si dichiarava favorevole alla sperimentazione animale. Ovviamente questo affronto terribilissimo ha risvegliato negli animi dei tantissimi animalisti italiani che prontamente hanno augurato ogni genere di disgrazia alla povera Caterina, affermando che la vita di una cavia da laboratorio vale più della sua, che è un'assassina, un burattino nelle mani delle lobby (Adam Kadmon ha rovinato una generazione), e blablabla.

Io non sono un medico, non studio medicina. Diciamo che sono una persona comune animata dal buonsenso.
Non mi dilungherò in discorsi scientifici (non ne sono in grado e non è questo lo scopo del mio blog); nè morali.
Mi limiterò ad alcuni sillogismi elementari e a qualche assioma da bar.

Nessun ricercatore si diverte a seviziare gli animali.
A nessuno piace l'idea di dover far soffrire o uccidere una cavia.
A chiunque farebbe schifo e pietà vedere un maiale squartato per farci il prosciutto San Daniele, solo che alcuni decidono di farne a meno per "pulirsi la coscienza" e non sentirsi responsabile di quello che accade nei macelli, altri se ne sbattono ma non per questo sono cattive persone. Nessuno salva nessuno e nessuno deve sentirsi migliore di nessun altro se decide di non mangiare carne. Sei vegetariano/vegano? BENE, rispetto la tua scelta ma tieni presente che NON fare qualcosa non significa necessariamente impedirne un'altra. I macelli continueranno a esistere, per intenderci. Al massimo -qualora i cali di vendita dovessero essere così consistenti da determinare un cambiamento significativo all'interno delle logiche di mercato e dunque dovesse arrivare un signore X in un macello Y e dire "ehi, guarda che qui si vende carne solo per 50 persone invece di 100, quindi ammazza solo 25 mucche invece di 50", le restanti 50 mucche non verrebbero di certo liberate nei pascoli, nè tantomeno si presenterebbero nelle case dei vegani a leccargli la faccia e dir loro "MUUUUU GRAZIE". Semplicemmente quelle mucche non esisterebbero, perché non verrebbero allevate. Quindi, tra carne invenduta e andata in putrefazionee perché non acquistata e capi di bestiame mai allevati e quindi mai nati, quante mucche sono state salvate? Non sono un genio in matematica, ma mi pare che il numero sia molto prossimo allo 0. Battetevi affinché si migliorino le condizioni dei macelli e degli allevamenti, piuttosto. E siccome l'argomento è delicato, faccio di nuovo una precisazione: va bene essere vegetariani, vegani, fruttariani o nutrirsi solo di humus. Non sto dicendo che siete tutti dei rincoglioniti. Io stessa ho detto qualche riga fa di nutrirmi di carne sì e no due volte al mese, ma di questa cosa non ne faccio un vanto nè tantomeno millanto una presunta superiorità nei confronti dei "carnivori" perché IO SALVO GLI ANIMALI. Io non salvo nessuno, esattamente come un vegano.
Gli animali domestici vanno curati e nutriti. Lasciamo stare il caso (da denuncia) di chi impone la propria scelta vegana ad animali che purtroppo non possono manifestare la propria volontà. Il cibo e i medicinali per gli animali domestici vengono testati. O pensate che l'odore di pino selvatico della sabbiolina della lettiera del vostro gatto venga dal nulla?
Conosco -purtroppo- un numero consistente di gente che si proclama paladina degli animali e tiene/tratta il proprio animale domestico in modi allucinanti che andrebbero denunciati alla protezione animali.
Condividere link di bestie storpiate tutto il giorno, non aiuterà le suddette.
TUTTI i farmaci che ingurgitate o che avete ingurgitato nella vostra vita sono stati testati. TUTTI, non solo quelli di Caterina. Anche l'aulin per i vostri mal di testa; l'imodium per le vostre cacarelle o la pillola anticoncezionale per evitare che proliferiate (cosa, a questo punto, buona e giusta) sono state testate.
Anche i trucchi sono stati testati.
Anche la tinta arancione della Brambilla è stata testata.
Anche i materiali con cui sono fatti i pc e i cellulari dai quali scrivete le vostre scempiaggini sono stati testati.
L'uomo è superiore agli animali. Alt, non sto dicendo che l'uomo abbia più dignità o più diritto a vivere calpestando le altre specie. Sto parlando di intelletto, dato che esiste gente che afferma in tutta sicurezza che tra un uomo e un topo non ci sono differenze. Bene, quando è stata l'ultima volta che un topo ha inventato qualcosa? L'ultimo congresso di scimmie? L'ultima elezione democratica di rinoceronti? Gli animali sono creature bellissime e sicuramente straordinarie e di innegabile intelligenza, ma l'uomo è decisamente superiore. L'uomo inventa, scopre, immagina, crea. L'uomo è un animale, e così come il leone per il bene della sua specie divora la gazzella, l'uomo deve fare il bene della sua specie a costo di sacrificare altri animali, esattamente come fanno gli animali stessi.
Boicottate i circhi, non acquistate pellicce. Queste sono VERE crudeltà. Queste sono cose delle quali il mondo può benissimo fare a meno.
Rispetto mille volte di più un tizio X che mangia carne ogni giorno ma fa volontariato in un canile, piuttosto che un tizio Y vegano da vent'anni che oltre a rinunciare alla fiorentina e a condividere foto di cani morti non fa altro. E' comodo fare gli attivisti da tastiera, sentirsi in pace col mondo e con la propria coscienza solo per aver firmato qualche petizione online e per aver augurato le peggiori disgrazie ai giapponesi perché uccidono Flipper e le balene o ai vietnamiti che sparano agli orsi per raccoglierne la bile per i loro unguenti. A pochi km da te ci sono sicuramente tanti cani che hanno bisogno di coperte e di croccantini. Schioda il culo dalla sedia e fai qualcosa di VERAMENTE utile.
Sarà piacevolmente bello scoprire che le feste di un cane che passa la sua vita in una gabbia lercia sono molto più appaganti di qualche "mi piace" su Facebook.

Buona fortuna,

un post in cui mi scuso

Impiego questi sempre più rari minuti liberi della mia vita per chiedere scusa a tutti.
Volevo chiedervi perdono, fare appello alla vostra magnanimità. Vi prego, passateci sopra. Facciamo finta che non sia successo nulla e torniamo amici come prima, ok?
Non è colpa mia se il font di questo blog è il COMIC SANS. Giuro. Io avevo scelto altro.


Davvero, non so dove nascondere la faccia.
Scusatemi.