venerdì 4 agosto 2017

nostàlgia

In questi giorni sono nostalgica.

Non scrivo qua sopra da mesi, non ho il tempo, non ho la verve.
Mi manca la spensieratezza non poi così tanto spensierata che vivevo fino a un paio di anni fa.
Tra tre giorni sarà un anno che è morto mio padre e ancora ci faccio gli incubi, su sta cosa.

Mi viene facile rifugiarmi in roba antica, roba passata e spensierata in cui davvero non avevo un problema al mondo.
L'epoca fantastica in cui se guadagnavo 50 euro alla fiera del fumetto di Chittesenculandia mi sentivo ricca. Anche se poi ne spendevo 30 di viaggio.
Non c'erano le bollette, il commercialista, la partita iva, le tasse, la polizza professionale.
Non c'erano i condomini scassacoglioni e irrispettosi, non c'erano gli orari d'ufficio, il ricevimento per i fornitori, le costituzioni in mora, le convocazioni d'assemblea. Questa roba era così lontana, ma sempre presente nella mia vita. Come strofe di una ninnananna che si ricorda a malapena. Come diceva? Dormi bambino, nel tuo lettino, c'è la bolletta sul comodino.
Mi manca addormentarmi con la testa appoggiata al tuo cuore, sulla brandina nello scantinato.