lunedì 23 dicembre 2013

merri crismas end eppi niu iear ye let it snou w maraia cherei oll ai uont for crismas is iu

Siccome ho una mezzoretta libera che volendo potrei impiegare per studiare, decido che ho voglia di scrivere un post natalizio per sopperire alla mancanza di aria di Natale che si respira a casa mia.
A testimonianza di ciò, allego una fotografia dell'unico "pezzo di Natale" presente nella mia abitazione, ovvero una palla di polistirolo ricoperta presumibilmente da alluminio e assolutamente priva di contesto. Ha pure il filo rotto, quindi non posso manco fare la mossa e appenderla da qualche parte.



Non che il non avere l'alberello luccicoso in casa mi deprima eh, anzi. Chi mi conosce sa bene quanto odi il natale e le affini feste e quanto io possa diventare insopportabile in questo periodo -periodo che generalmente si protrae da metà ottobre a fine marzo-. MA questo non sarà un post in cui dirò che W il Grinch, il Natale è ipocrisia, abbasso le cene coi parenti e blahblah blah e il consumismo e blah l'inquinamento e blah magari vi si cioncano le mani mentre fate esplodere i vostri petardi maledetti e blah non si abbandonano i cuccioli e blah.

Per una volta voglio nuotare controcorrente e risalire le cascate come fanno i salmoni, sperando di non finire tra le fauci di un grizzly.
Voglio quindi raccontare due storielle natalizie perché mi scoccia studiare geografia.

Number One: La Nonna e YouTube

Non ho mai avuto un gran rapporto con mia nonna -come coi miei parenti in generale-. Mi sono sempre limitata a una convivenza pacifica con una punta in più di rispetto "ché è una persona anziana". Sono lontana anni luce dalla tendenza generale per la quale la maggior parte della gente che conosco ama alla follia i propri nonni. Io le mie le vedevo sì e no due volte l'anno durante le feste comandate.
E fu infatti durante un Natale di almeno cinque anni fa che mia nonna materna venne a casa per il cenone.
Era il periodo in cui avevo iniziato a smanettare su internet e avevo scoperto YouTube.
Ricordo che ero in camera mia e stavo appunto vedendo video di chissà quale gruppo rokkettaro/glam/punkettone quando entrò mia nonna chiedendomi cosa stessi facendo.
Come ogni smanettona che si rispetti, odiavo - e odio ancora oggi- essere interrotta mentre leggo/faccio/guardo/ascolto qualcosa al pc. Però, per la nota legge "è una persona anziana, sii rispettosa e gentile" le spiegai brevemente cosa fossero internet e YouTube dicendole che essenzialmente poteva vedere tutti i video del mondo.
"Anche della mia epoca?" mi chiese.
Le dissi che era probabile e lei mi disse "allora voglio vedere Vola Colomba di Nilla Pizzi".
Trovai il video e lo feci partire.
Non dimenticherò mai l'espressione sul volto di mia nonna: l'espressione di chi si meraviglia di qualcosa sebbene non la capisca appieno. Guardava e canticchiava con gli occhi lucidi e chissà cosa le passava per la mente in quel momento.
Non ho molti ricordi di mia nonna, abbiamo passato pochissimo tempo insieme, ma questa è una delle poche cose di lei che ricordo e ricorderò per sempre.
A parte quella volta in cui mi gastemò perché le ruppi una tenda quando ero piccola, ma vabbè.

Number Two: Siri

Era l'anno scorso, sempre verso Natale. Ero in macchina con i miei, stavamo gioiosamente sfrecciando sulla statale semideserta. Quando sono in auto, divento narcolettica e dormo. E quel giorno in effetti stavo dormendo, quando mia mamma mi svegliò dicendo "iiiihhh Noemi guarda! Un cagnolino!". Mi alzai di scatto e vidi un cagnolino nero che camminava a casaccio in mezzo alla strada. Subito tentai di aprire lo sportello della macchina per uscire a prenderlo (volevo uscire con la macchina in corsa, manco Action Man) ma fui bloccata dalle urla simultanee dei miei che cercavano di convincermi che "sarà il cane di qualche pastore"; "ci sarà la sua mamma da qualche parte" e -la migliore- "STA NEL SUO HABITAT".
Il suo habitat.
Il cane era sulla statale, ricordiamolo.
Vabbè, dopo svariati minuti di me che cercavo di lanciarmi dall'auto in corsa e i miei che mi urlavano che sarei stata investita, riesco miracolosamente a convincerli a fermarsi e a farmi scendere.
Faccio slalom tra le altre auto beccandomi una sfilza di KITTEMMURT (probabilmente anche legittimi) e finalmente raggiungo il cagnolino che, terrorizzato, scappava di qua e di là.
Piano piano riesco ad avvicinarlo, poi ad accarezzarlo e alla fine riesco a prenderlo in braccio e a portarlo in macchina. Aveva il collare ed era terrorizzato. Mi si accuccia sulle gambe e dopo un adorabile sospirino si addormenta, sfinito.
Lo portiamo a casa (per la felicità di Mimì, il mio cane, che non ha fatto altro che ringhiargli contro e tentare di azzannarlo) e gli diamo da mangiare e bere e scopriamo che è una femminuccia. Decido di chiamarla Siri -sì, come la voce dell'iPhone-.
Iniziamo a mettere annunci ovunque, nel tentativo di ritrovare il padrone della piccola Siri alla quale nel frattempo ci stavamo tutti affezionando. Finalmente, dopo tre giorni in cui ho temporaneamente realizzato il mio sogno di avere due cani, per una serie di coincidenze assurde, troviamo la famiglia di Siri.
Tra lacrime di gioia e mia madre che mi tirava discrete gomitate dicendomi "magari ti stavi zitta, la potevamo tenere noi", scopriamo che la cagnolina è scappata per via dei petardi durante una passeggiata a circa quattro chilometri da dove l'avevo raccolta e che il suo vero nome era Noemi. Esatto, Noemi. Come me. Come io.


Bene, ora asciugatevi le lagrime e buon natale.


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