mercoledì 25 marzo 2020

ennesimo post retorico sul valore del tempo e l'importanza delle cose che capisci solo dopo che le perdi blabla

Facciamo finta che
'sto covid-19 ci ammazza tutti, no? Cioè, nel senso che proprio ci estinguiamo perché non siamo resistenti a questo nuovo patogeno, i guariti lo riprendono e i morti risorgono in forma di zombie e infettano i sani. Ha pure il nome figo, ti dà proprio di operazione militare, di cosa parascientifica, di cosa che fa paura perché ha 'sta nomenclatura asettica, pensa se si fosse chiamato tipo boh Giancarlo, o se gli avessero dato un nome carino tipo morbillo e orecchioni che sono malattie orribili ma hanno un nome che sembra inoffensivo e invece no, COVID-19.

Che poi a ben vedere è anche probabile che gran parte dell'ansia che questo nome mi provoca è dovuta alla presenza del numero, dato che c'ho questa specie di riflesso pavloviano per cui i numeri mi mettono ansia perché li associo a quella gran mignotta della maestra di matematica delle elementari che la matematica me l'ha fatta odiare e poi ho smesso di capirla da quando l'hanno mischiata con le lettere, quindi COME posso non provare angoscia a leggere COVID-19? Lettere e numeri insieme, una cosa che so per assioma che non capirò, solo che qui non ho il compagnetto-secchia al quale chiedere di copiare i compiti, perché manco la peggio secchia ci capisce nulla di 'sta roba e allora ci guardiamo, io sul mio banco e lui sul suo, sbarriamo gli occhi e ci chiediamo se sia meglio provare a risolvere l'esercizio o lasciare in bianco.
Cosa che non si è mai capita perché ogni professore c'ha una visione sua su 'sta cosa: uno ti premia perché almeno ci hai provato, l'altro ti premia perché è meglio stare zitti e lasciare agli altri il dubbio che tu sia scemo piuttosto che parlare e rendere la cosa palese e quindi ti ringrazia non penalizzandoti, in questo stallo alla messicana di non azioni che risulta in un 5- che risulta, a sua volta, in uno sguardo colmo di compassione e pena di mamma e papà che scuotono la testa e pensano "eppure, da piccola, sembrava tanto sveglia".

Ma sto divagando: facciamo che moriamo tutti e che l'unica cosa che resta di questo breve periodo di umanità è quello che abbiamo lasciato su internet e sui nostri cloud (che ancora non ho capito come funziona, spero comunque che i miei nudes siano salvi e che li abbia visti solo io e il tizio che mi ha formattato il computer qualche anno fa HEY Sì LO SO DICO A TE SO CHE LI HAI VISTI) e, tra le altre cose, il mio blog.

A voi, alieni, umani del 3000 immuni a ogni pestilenza, robot, progenie di quelli che stavano chiusi nella casa del GF da prima che la pandemia cominciasse e che quindi, verosimilmente, saranno gli unici salvi alla fine di questo.
A voi voglio dire che ho aspettato venti giorni dall'inizio del lockdown per trovare il coraggio di rubare del tempo a un lavoro che detesto per dedicarmi a questo, a scrivere minchiate su un blog che leggono in tre.
Voglio dirvi che mi sembra di commettere il peggiore dei crimini ogni volta che leggo o disegno o guardo un film perché "dovrei" invece lavorare.
Voglio dirvi che per me e per migliaia di persone come me, è impensabile godersi qualcosa (a prescindere dalla pandemia) senza pensare alle conseguenze, che la pressione è talmente tanta che a volte pensare "magari esco per andare a lavorare comunque, mal che vada sto con la febbre qualche giorno" mi sembra ragionevole.
E verosimilmente lo farei, se vivessi da sola.
Invece mi porto il lavoro a casa e guardo i faldoni che si accumulano sul tavolo da pranzo, leggo le mail di gente che vuole sapere "com'è la situazione". De che? Che volete sapere? C'è una cazzo di pandemia, la gente muore e francamente poco me ne frega se la signora del piano di sopra fa sgocciolare i panni sul tuo balcone.
E' terribile la consapevolezza che, nemmeno sotto costrizione, riesco a dedicarmi alle cose che ho amato fare senza sentirmi in colpa. Che a un certo punto non è manco più una roba di piacere, ma un qualcosa da fare per mantenermi sana di mente dopo un mese di domiciliari.

E' atroce pensare che provi più soddisfazione nel chiudere un bilancio condominiale piuttosto che nello scrivere l'ennesimo post retorico sul valore del tempo e l'importanza delle cose che capisci solo dopo che le perdi blabla.
Disegnare? Che perdita di tempo.
Leggere? Pff, che vuoi che dica di interessante quel libro?
Vuoi mettere la soddisfazione di inserire in una tabella tutte le spese condominiali? Quello sì che è bello! Quello sì che verrà ricordato! Quello sì che mi renderà una persona felice e realizzata.

Siamo malati, e non di covid-19.



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